Procedere con cautela

Le borse statunitensi continuano imperterrite a correre, dimostrandosi sorde ai diversi campanelli d’allarme che continuano a suonare.
Fra questi il primo è certamente rappresentato dall’indebolimento dell’occupazione, posta sotto pressione da alcuni fattori, come ad esempio:

  1. il rallentamento dell’economia domestica,
  2. I tagli di posti di lavoro statali (uno dei punti principali del programma di governo di Trump), 
  3. l’intelligenza artificiale e l’automazione, che, secondo un recentissimo rapporto diffuso dalla Commissione del Senato, potrebbero causare l’eliminazione di cento milioni di posti di lavoro nel prossimo decennio.

Un altro campanello d’allarme è suonato negli ultimi giorni: il Presidente della Banca Centrale USA ha annunciato la sospensione del quantitative tightening, a seguito della crisi di liquidità. Mi spiego meglio: in passato, nei momenti di crisi di liquidità del sistema (ad esempio a settembre del 2019) la Federal Reserve interveniva iniettandola (quantitative easing), principalmente tramite l’acquisto di titoli (obbligazioni governative e non). Superato il momento di difficoltà agiva drenando la stessa (quantitative tightening), con l’operazione inversa (vendeva titoli). Nell’ultimo mese Jerome Powell è corso dunque ai ripari perché:

  1. le riserve di liquidità della FED sono scivolate sotto la soglia di sicurezza di 3.000 miliardi di dollari;
  2. il differenziale fra il tasso dei prestiti fra banche e quello pagato sui loro depositi presso la Banca Centrale, normalmente a zero, si è impennato: segno che le banche hanno “sete”!     

Altri segnali preoccupanti sono:

  1. i multipli davvero esagerati delle Magnifiche 7,
  2. i fallimenti in corso o preventivati di alcune finanziarie e banche minori, particolarmente esposte ai settori auto, prestiti a leva e subprime: First Brands, Cantor e Tricolor sono state le prime a saltare nel recente periodo.

Detto ciò, perché Wall Street continua a correre? 
Fra i vari motivi ne cito tre:

  1. ultimamente gli investitori retail sono diventati esageratamente aggressivi, infatti sono cresciuti gli acquisti di investimenti azionari a leva 2, 3 ma anche 5: ciò significa scommettere 2, 3 o 5 volte ciò che si è investito, con rischi amplificati di perdite in caso di discesa!
  2. inoltre negli ultimi mesi è salito a livelli record il ricorso al debito per investimenti: i risparmiatori si finanziano per acquistare azioni!
  3. a dispetto delle loro folli quotazioni, le Magnifiche 7 continuano comunque a macinare utili molto robusti.



Dato il periodo davvero incerto, concludo la Curiosità odierna suggerendo ai risparmiatori cautela e, come sempre, un confronto con chi del mestiere.