
17 Set Re Dollaro
Il dollaro degli Stati Uniti d’America nacque alla fine del 1700. Originariamente il suo valore era agganciato a quello dell’oro e dell’argento, ma nel corso del tempo quest’ultimo venne abbandonato preferendo quindi solo l’ancoraggio al primo, in un sistema definito Gold Standard, in vigore fino al 1971.
Anche altre valute, come il franco francese e la lira italiana, garantivano la convertibilità nel metallo prezioso, che dovettero lasciare precocemente rispetto alla moneta americana, per varie ragioni (Guerre Mondiali, crisi economiche, difficoltà di approvvigionamento del metallo prezioso, …).
Fu così che nel 1944 i delegati di quasi cinquanta Paesi sottoscrissero gli accordi di Bretton Woods (dal nome della cittadina americana che ospitò l’incontro), che stabilirono un nuovo ordine economico internazionale, secondo il quale:
- le principali valute al mondo sarebbero state ancorate al dollaro e solo questo all’oro, in un sistema di cambi fissi, che durò fino al 1971 e che fu chiamato Gold Exchange Standard;
- il dollaro divenne l’unica moneta utilizzabile per le transazioni internazionali finanziarie e commerciali.
Da quando anche l’ancoraggio del dollaro fu sospeso nel 1971, l’unico sistema è quello dei cambi flessibili, sul quale le Banche Centrali vigilano e intervengono per evitare “drammatiche” svalutazioni o rivalutazioni, a seguito di momenti/accadimenti particolari. Negli ultimi tempi proprio il dollaro USA ha subito una rilevante svalutazione (seppur non drammatica!) contro l’euro: il cambio è passato da 1,02 a 1,17 da inizio anno, registrando quindi il -13/14%. E una fronda nutrita di esperti del settore finanziario ritiene che tale trend possa continuare fino ad un livello di 1,25. La freddezza nei confronti del dollaro, che ha condotto alla sua svalutazione, risiede nelle seguenti principali ragioni:
- la recente perdita dell’ultimo rating AAA degli USA, non più considerati emblema di solidità indiscussa;
- l’elevato debito pubblico, giunto a 37 mila miliardi di dollari (100.000 è quello globale);
- la politica incerta del suo nuovo Presidente.
Ai risparmiatori che pensano che il livello attuale del dollaro USA sia un’ottima occasione di investimento (un ottimo “entry point” come direbbero i tecnici), suggerisco di ponderare bene le scelte e comunque di confrontarsi preventivamente con chi se ne occupa di mestiere (leggasi consulente finanziario).