Dalle stalle alle stelle

Negli ultimi anni il settore bancario è stato protagonista di una crescita davvero rilevante, dovuta principalmente al rialzo dei tassi di interesse operato dagli Istituti Centrali (Federal Reserve, BCE, Bank of England, Banca Nazionale Svizzera, solo per citarne alcune). Questa è stata infatti la principale strategia adottata dagli stessi, per contrastare l’inflazione, salita a dismisura in seguito alla guerra Russia-Ucraina. 
Il cambiamento è stato radicale rispetto al decennio precedente, che infatti era stato caratterizzato da tassi rasoterra o persino negativi, con la conseguente riduzione pesante degli utili delle banche (quelle tradizionali), che non riuscivano più ad ottenere margini dalla loro attività caratteristica, ossia “ricevere e prestare capitali”. Ovviamente le quotazioni delle stesse erano precipitate, come testimonia ad esempio il -95% circa di UniCredit dai massimi del 2007 ai minimi del 2020. Allora il loro valore era sceso abbondantemente al di sotto del patrimonio netto, tanto da valere il 20/30% in taluni casi. 
In quel periodo UniCredit è stata protagonista di un piano di un importante dismissioni di partecipazioni considerate non più strategiche e comunque utili ad introitare liquidità. 
Negli ultimi tre anni la situazione è completamente cambiata: con la salita dei tassi le banche sono tornate a marginare decorosamente sull’intermediazione di denaro, producono utili notevoli e le quotazioni sono tornate a livelli superiori al patrimonio netto (salve rarissime eccezioni), simili a quelli precedenti il fallimento di Lehman Brothers nel 2008. Oggi il settore è in gran fermento: UniCredit è concentrata su ipotetici acquisti di Commerzbank in Germania e BPM in Italia, così come MPS su Mediobanca, e quest’ultima su Banca Generali. 
L’indice settoriale di Borsa è salito del 40% nell’ultimo anno e del 100 e 200% circa rispettivamente negli ultimi tre e cinque anni. 
Ovviamente non per tutte le banche è andata e andrà allo stesso modo: a fronte di talune molto profittevoli, ve ne sono altre arrancanti. Poiché il settore promette comunque di essere attraente anche nei prossimi tempi, suggerisco di valutare l’investimento scegliendo i giusti strumenti finanziari gestiti da società di primordine, ed evitare quindi di scegliere autonomamente singoli titoli.