
18 Giu Divorzio impossibile
I primi cento giorni di Trump alla Casa Bianca sono stati i peggiori per lo S&P500 dal 1974 ad oggi. Nella sola prima settimana di aprile, il principale indice della Borsa americana ha registrato una diminuzione dell11%, analoga a quanto accaduto nella settimana del fallimento di Lehman Brothers nel 2008 e in quella dell’attentato alle Torri Gemelle nel 2001. La sua quotazione ha insomma vissuto momenti molto drammatici, a causa dell’innalzamento spregiudicato dei dazi sulle importazioni, imposto da Trump, che aveva minacciato un “balzello” del 145% sui prodotti cinesi (i quali avevano a loro volta risposto con un 125% su quelli americani) e persino del 200% sui vini europei. Ora il problema si è ridimensionato molto in conseguenza alla dichiarata disponibilità del presidente statunitense al dialogo sul tema con i leader politici dei paesi coinvolti. In verità è una disponibilità che interessa molto anche agli stessi USA, poiché il blocco di merci, servizi e persone, riveniente da una possibile guerra commerciale mondiale, penalizzerebbe tutti.
Ecco di seguito qualche esempio:
- il 90% dei condizionatori venduti in USA è cinese, così come il 98% dei barbecue e delle tende da sole. Molte sono le imprese locali che vivono di tali commerci, dei quali ovviamente beneficiano anche gli stessi cittadini, per i prezzi allettanti che riescono a spuntare;
- il 90% del commercio globale delle terre rare è nelle mani della Cina, “alla cui porta devono bussare” gli USA se vogliono continuare a produrre le batterie;
- per il Dragone sono invece vitali i farmaci salvavita americani che, con i paventati nuovi dazi diventerebbero inaccessibili per gli anziani;
- se le aziende occidentali operanti in Cina se ne andassero i danni economici sarebbero davvero rilevanti, infatti il loro export pari a circa mille miliardi di dollari americani rappresenta il 30% del totale.
Insomma, “il divorzio non s’ha da fare”, ed è necessaria dunque una rapida soluzione.
Questo nuovo mood ha interrotto la discesa dei mercati finanziari a stelle e strisce, che hanno recuperato circa il 20% negli ultimi due mesi, ritornando in territorio positivo da inizio anno. Le oscillazioni sono state però rilevanti, come testimonia anche l’andamento dell’indice VIX, cosiddetto indice della paura, salito bruscamente e poi ridisceso. In simili momenti noi risparmiatori dobbiamo rimanere focalizzati sul nostro orizzonte temporale, evitando “condizionamenti esterni”: in fondo la storia ci insegna i vuoti d’aria sono sempre temporanei, sarà così anche in futuro.