
07 Mag Questione di brevetti
I brevetti sono strettamente collegati al progresso, all’evoluzione e alla crescita economica di un paese o di un’area. Nel 2024 l’EPO (European patent office, tradotto Ufficio europeo dei brevetti) ha ricevuto 4.850 domande di registrazione dal nostro Paese, il 4,5% in meno rispetto al 2023: è stato il primo calo registrato in dieci anni, escluso il 2022 a causa del covid. Alcuni settori, come le macchine utensili, il biomedicale e la farmaceutica, hanno subito un crollo notevole, contribuendo pesantemente al dato complessivo. Le prime tre regioni della classifica, che rappresentano il 60% del mercato delle domande, rimangono nell’ordine, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, pur avendo registrato una diminuzione dal 4 al 10%.
Dai dati 2024 diramati dall’EPO è interessante notare che:
- i nostri principali “punti di riferimento economici”, Germania e Francia, di domande ne hanno presentate 25.000 e 11.000, con un trend stabile per la prima e in aumento per la seconda;
- le 200.000 richieste totali giunte all’EPO comprendono anche quelle di paesi extra europei, come ad esempio USA e Cina, che chiedono una tutela nel nostro continente.
Ovviamente a livello globale sono proprio queste le due nazioni che primeggiano, assieme alla Corea del Sud, con numeri davvero sbalorditivi. A confermarlo è anche l’OMPI, l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, che stila annualmente due rapporti: uno fornisce le statistiche sui depositi di brevetti, marchi e design, l’altro comunica la classifica dei leader mondiali dell’innovazione.
Tale primato delle due superpotenze trae origine dai cospicui investimenti stanziati per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie: ad esempio le stesse sono anche quelle che credono di più nell’intelligenza artificiale, sostenendo numerose startup e riuscendo a coinvolgere anche investitori privati. Sempre secondo l’OMPI la supremazia però rimane agli USA, nonostante un numero di brevetti di gran lunga inferiore alla Cina: basti solo pensare che è l’americana ChatGpt il leader nell’intelligenza artificiale generativa, così come la sua connazionale Nvidia lo è nei chip.
Al di là dell’innovazione, il dominio statunitense è totale, come si può evincere ad esempio dai seguenti dati:
- è la prima economia, con un PIL di circa 28.000 miliardi di dollari;
- è la principale piazza finanziaria;
- è il paese più rappresentativo nell’indice azionario mondiale, poiché la capitalizzazione delle sue aziende nell’MSCI World è del 70% circa;
- la sua moneta pesa per il 90% delle transazioni commerciali globali.
Seppur offuscato dalle recenti vicende relative ai dazi imposti dal nuovo Presidente, il primato degli USA non sembra destinato a cadere, tutt’altro.
Nell’investire i nostri risparmi dobbiamo quindi far tesoro degli elementi esposti nella Curiosità odierna.