
30 Apr Curiosità sull’oro
Da dicembre dello scorso anno, la Argor Heraeus, fonderia svizzera specializzata nella “creazione” di lingotti di oro, ha registrato un incremento abnorme di lavoro. Infatti è stata letteralmente sepolta di richieste di trasformazione di lingotti dal formato europeo da 11,34 chilogrammi (400 once) a quello statunitense da un chilo. Per capire il motivo di ciò sono necessarie due premesse:
- le principali piazze di quotazione del metallo giallo sono il Comex di New York e LME di Londra;
- dall’elezione di Trump, il suo prezzo in USA è salito oltre rispetto a quello europeo, a causa della paura che i dazi avrebbero potuto colpire anche le importazioni di oro dal resto del mondo verso gli Stati Uniti.
I grandi investitori/speculatori, intravedendo una fonte certa di guadagno sul differenziale fra i due prezzi, hanno comprato il metallo prezioso “europeo” per venderlo successivamente a New York. Data però la differenza di formato dell’oro fisico fra le due piazze, sono ricorsi quindi alla Argor Heraeus per la necessaria trasformazione.
I dazi avrebbero dovuto portare anche ad una rivalutazione del dollaro USA rispetto alle altre monete, perché i paesi esportatori avrebbero dovuto svalutare la propria moneta, per cercare di mantenere inalterati i prezzi nel paese importatore (gli USA), e quindi garantirsi i medesimi volumi di vendita; inoltre, la guerra mondiale commerciale in corso è fonte di instabilità economico-finanziaria, che nella storia ha sempre spinto alla ricerca di beni rifugio, fra i quali il dollaro. Stavolta però è diverso: la fiducia incondizionata sulla prima economia mondiale sembra incrinata, tanto che da qualche tempo diversi paesi emergenti stanno riallocando le proprie riserve, vendendo dollari e titoli di stato americani per spostarsi su altro, in particolare sull’oro. Sembra che lo stesso sia rimasto dunque il principale “porto sicuro”! Ciò è desumibile chiaramente dalla sua quotazione: ci ha impiegato 14 anni (2009-2023) per aumentare da 1.000 a 2.000 dollari l’oncia, e meno di un anno e mezzo da 2.000 a 3.500. Secondo una recente analisi di Goldman Sachs, è destinata a salire addirittura a 4.000 entro la fine di quest’anno.
Per noi risparmiatori si pone dunque il quesito se approfittare o meno di questo trend, investendovi. La risposta è bene lasciarla agli esperti: nel mercato esistono strumenti finanziari da loro gestiti, che prevedono la possibilità di investire in oro (e altre materie prime) con limiti ben precisi. Dunque, affidiamoci!