Spruce Pine

Spruce Pine è una piccola cittadina della Carolina del Nord (negli Stati Uniti d’America), che conta circa duemila abitanti, distribuiti su una superficie di 10 chilometri quadrati, pressappoco un quinto di Bassano del Grappa. Questi pochi e insignificanti numeri non specificano la sua notorietà mondiale, dovuta invece alla presenza nel suo territorio del più grande giacimento del pianeta di quarzo ad alta purezza. Il minerale qui estratto, fondamentale per il settore tecnologico e in particolare per la produzione di microchip, fornisce circa il 70% del fabbisogno mondiale. Le attenzioni su Spruce Pine sono aumentate notevolmente nell’ultimo periodo, a causa dell’uragano Helene, fra i più potenti che si ricordino, che ha provocato allagamenti, e causato danni ingenti ad abitazioni, infrastrutture, strade, linee ferroviarie, e blackout elettrici. L’attività estrattiva del quarzo ad alta purezza è dunque stata sospesa ed ora è ridimensionata a causa del rischio di frane. La speranza è ovviamente che il prezzo del prezioso minerale rimanga pressocché stabile, a differenza di quanto è accaduto invece per molte materie prime agricole, negli ultimi tempi. 
Per esempio i prezzi di caffè e cacao sono aumentati di oltre il 50% dall’inizio dell’anno, principalmente a causa delle pazzie del meteo, protagonista anche del decremento della produzione di frutta secca come mandorle, noci americane, nocciole italiane e anacardi del Vietnam, i cui prezzi hanno ovviamente spiccato il volo.
La salita alle stelle della quotazione del burro non è invece imputabile al clima ma alle politiche dell’Unione Europea, che continua a spingere per la progressiva diminuzione del numero di capi di bovini, per contrastare l’inquinamento.
Le materie prime sono quotate nei mercati finanziari a loro dedicati e su gran parte di esse è possibile investirvi capitali anche di entità modesta, tramite l’acquisto di specifici strumenti finanziari (ETC, Exchanged Traded Commodities). Le dinamiche dei prezzi delle materie prime che ho raccontato nella Curiosità odierna stimolano certamente noi risparmiatori a “tentare” il colpo fortunato investendo parte anche piccola dei nostri capitali: è una tentazione dalla quale suggerisco di astenersi o comunque di valutare con molta prudenza. Infatti, anche se le materie prime possono avere un ruolo preciso all’interno di un portafoglio finanziario (salvaguardia dall’inflazione o protezione dai ribassi dei mercati finanziari), ricordo che non generano un reddito assimilabile alle cedole delle obbligazioni o ai dividendi delle azioni. Inoltre l’andamento delle loro quotazioni è imprevedibile, come ad esempio il litio, il cui prezzo è sceso dell’80-90% in poco più di un anno. Sono quindi più favorevole ad investirvi:

  1. indirettamente, acquistando strumenti gestiti (come i fondi d’investimento) che compravendono azioni di aziende della filiera,
  2. diversificando, e quindi acquistando uno strumento afferente a più materie prime contemporaneamente,
  3. sempre previo confronto con un consulente finanziario competente.