Paradiso Italia

Dopo 225 anni il Regno Unito ha revocato lo storico regime fiscale che dal 1799 ha garantito ai residenti con domicilio all’estero l’esenzione dalle imposte sui redditi di fonte straniera, quindi maturati sui patrimoni detenuti all’estero. Il cosiddetto “non-dom” (non domicilied) era stato pensato per attrarre in patria personaggi illustri ben patrimonializzati e certamente in grado di generare ricchezza, domiciliati nelle sue molte colonie: infatti l’Impero Britannico fu talmente vasto da arrivare a governare su quasi 450 milioni di persone, su un territorio esteso circa un quinto della Terra. 
La revoca di tale regime fiscale agevolato non è arrivata come un fulmine a ciel sereno, infatti sono vari i governi susseguitisi dal 2017 a oggi che ne hanno limato sempre più i benefici. Negli ultimi anni i milionari e ultramilionari residenti esteri in UK sono stati costretti quindi a cercare casa in altri paesi, fra cui l’Italia. Sembra che nelle classifiche dei paesi “beneficiari” della migrazione dei paperoni, il nostro sia in testa in Europa e fra i primi sei paesi nel mondo! Ciò è stato possibile grazie all’introduzione nel 2017 della flat tax, l’imposta fissa di 100.000 euro (200.000 da quest’anno) per i neo residenti. In tale ambito abbiamo superato la Svizzera, la Grecia e la Spagna. Secondo un recente rapporto di una nota società di consulenza britannica, di paperoni ne sono fuggiti molti anche da altri paesi come la Cina, l’India e la Russia, con l’obiettivo di trovare un posto dove pagare meno tasse, ma anche vivere uno stile di vita migliore, in libertà, sicurezza, pulizia e rispetto. Oltre alle succitate mete europee, la lista dei paesi rifugio comprende ad esempio anche Australia, Nuova Zelanda, Malta, Mauritius e il Principato di Monaco, veri e propri paradisi, da non confondersi con i paradisi fiscali autentici, utilizzati invece dalle multinazionali per pagare meno imposte: questa classifica vede l’Italia al ventinovesimo posto, ma cinque europei fra i primi dieci. 
Negli ultimi anni molti paesi hanno messo in campo le più svariate misure per cercare di attrarre capitali e, di conseguenza, gettito erariale aggiuntivo. Ciò anche per la necessità di ripagare debiti pubblici cresciuti esponenzialmente soprattutto di recente, a causa di Covid e guerre: infatti il debito globale (pubblico e privato) ha ultimamente raggiunto il nuovo record di 312 trilioni di dollari USA! A questa situazione finanziaria precaria si somma un’economia mondiale in chiaroscuro, dalle prospettive fosche. 
In tale contesto, per la tutela dei nostri capitali, noi risparmiatori dobbiamo seguire uno dei principi basilari dell’investimento, la diversificazione.