
18 Set Locomotiva d’Europa
Da inizio anno l’indice S&P500, rappresentante le principali 500 società quotate alla Borsa di New York, è salito di quasi il 20%. Gran parte di tale crescita è attribuibile ad un esiguo numero di colossi, che ne rappresentano anche il 30% del valore complessivo: Apple, Microsoft, Nvidia, Tesla, Meta, Alphabet (ossia Google) e Amazon.
Questo trend esuberante del listino azionario americano è indice del buono stato dell’economia a stelle e strisce, prevista in crescita di oltre il 2% nel 2024.
La stessa cosa non si può dire per la Germania, il cui indice di Borsa è salito di oltre il 10% da inizio anno, ma l’economia stenta. Già nel 2023 è finita in recessione a causa del calo del PIL per due trimestri consecutivi, e nel 2024 rischia di ripetersi, per le seguenti ragioni:
- a luglio scorso la produzione industriale è calata ben oltre le aspettative,
- le esportazioni hanno perso vigore (oggi la Cina non acquista come un tempo),
- il settore auto, vitale per il Paese, è in crisi più qui che altrove,
- per la prima volta nella storia, Volkswagen probabilmente chiuderà uno stabilimento,
- grossi gruppi come Miele hanno proceduto a tagli occupazionali importanti,
- l’americana Intel sembra voler rinunciare al previsto investimento di 32 miliardi per la costruzione di un maxi polo dei microchip a Magdeburgo, nel nord del paese.
- la coalizione di governo è in difficoltà, assediata dall’ascesa dei consensi a favore dei movimenti/partiti estremisti.
Premesso ciò, stupisce dunque la splendida forma del mercato azionario domestico, il cui trend è però determinato dalla poderosa crescita di una sola società, SAP, leader mondiale nella produzione di software per le imprese. La sua quotazione alla Borsa di Francoforte è salita del 45% da inizio anno, infatti la capitalizzazione è passata da 170 a 245 miliardi di euro: giusto a titolo di confronto, questo aumento di 75 miliardi è superiore al valore di Banca Intesa (68 miliardi) o ENEL (71 miliardi).
Nonostante la splendida forma di SAP, l’economia della “locomotiva d’Europa” (così è chiamata la Germania) soffre, e quella mondiale di certo non brilla. Per tale ragione per noi risparmiatori è d’obbligo investire i nostri capitali con estreme attenzione e cautela.