04 Set VIX
Robert E. Whaley è un docente universitario canadese, autore di numerose pubblicazioni e libri, pluripremiato per le ricerche e le innovazioni in campo finanziario: una fra queste è certamente l’indice VIX o Volatility Index, noto anche come indice della paura poiché misura lo “stress” dei mercati finanziari. Sembra che l’ispirazione per questa sua importante invenzione, l’abbia avuta durante il suo anno sabbatico trascorso nella regione francese della Borgogna (nota per i superbi vini), nel 1992.
Circa un mese fa, a inizio agosto, l’indice VIX si è guadagnato le prime pagine dei quotidiani specializzati in finanza, perché ha registrato una fiammata davvero preoccupante: il suo valore è drammaticamente salito a 65, come nei giorni del fallimento di Lehman Brothers nel 2008, ma a differenza di allora si è sgonfiato in pochissimi giorni, come mai era accaduto nei suoi trent’anni di storia. La paura è scoppiata precisamente il 5 agosto, battezzato “lunedì nero”, con il crollo del mercato azionario giapponese: -12% corrispondente alla sua seconda più brusca discesa di sempre. La debacle, diffusasi poi sulle principali piazze finanziarie mondiali, è stata causata principalmente da:
- la pubblicazione di alcuni preoccupanti dati macroeconomici, in particolare negli USA, dove la crescita economica stimata per l’anno in corso è dimezzata rispetto al 2023, anche a causa di consumi ridotti;
- conseguentemente è ricomparso il fantasma di un brusco rallentamento mondiale dell’economia (hard landing);
- la sempre più difficile situazione geopolitica;
- il possibile aumento dei tassi di interesse in Giappone dallo 0,10 allo 0,25%. Ciò ha bloccato il carry trade dei grandi investitori mondiali, che negli ultimi anni si finanziavano a tasso zero proprio qui, per investire in azioni anche all’estero: tali operazioni speculative hanno contribuito quasi a raddoppiare il valore della Borsa Giapponese in cinque anni.
Gli operatori del settore, che normalmente sostano per ferie proprio nel mese di agosto (infatti generalmente i volumi di scambio si riducono) hanno dunque dovuto procrastinare le vacanze, anche se solamente di una settimana, poiché l’allarme è rientrato in pochissimi giorni. Tutto è tornato nella piena normalità perché:
- sono stati diffusi altri dati macroeconomici buoni;
- la FED (Banca Centrale USA) ipotizza un possibile taglio dei tassi di interesse dello 0,25% nel mese in corso, e altri nei mesi a venire;
- in conseguenza a ciò, per le aziende scende il costo sul debito, crescono margini e valutazioni (e quotazioni in Borsa), e diminuiscono i possibili fallimenti.
Il mese di agosto si è concluso quindi positivamente per i mercati azionari, che sicuramente potranno subire analoghe oscillazioni rilevanti in un futuro prossimo o lontano. La storia però insegna che nel lungo termine i guadagni sono sempre stati certi, sarà sempre così anche negli anni a venire: noi risparmiatori dobbiamo quindi evitare di prendere decisioni affrettate, spinti dall’emotività. Concludo ricordando la famosa citazione di Warren Buffet, imprenditore, filantropo, investitore, fra gli uomini più ricchi del Pianeta: “I mercati finanziari servono a trasferire ricchezza dagli impazienti ai pazienti”.