Pensieri lenti e veloci

In campo economico-finanziario il 2002 è stato certamente un anno da ricordare perché il primo gennaio ha debuttato l’euro in dodici paesi dell’Unione, fra i quali l’Italia.
Inoltre, per la prima volta nella storia, il Premio Nobel per l’Economia è stato assegnato ad uno psicologo, Daniel Kahneman, deceduto solo qualche mese fa. Classe 1934, israeliano di Tel Aviv, laureato anche in matematica, ha ricevuto il prestigioso premio “per aver integrato le visioni della ricerca psicologica nelle scienze economiche, specialmente per quanto riguarda la capacità umana di operare scelte e decisioni in situazioni di incertezza“. 
Considerato fra i più grandi psicologi di tutti i tempi, come ben spiega nel suo saggio “Pensieri lenti e veloci”, la maggioranza delle decisioni prese dall’essere umano sono figlie delle emozioni anche quando sembra siano frutto di un processo molto razionale e ben ponderato. 
Sostanzialmente ogni giorno per attuare le nostre scelte ci affidiamo a scorciatoie mentali (euristiche), veloci, poco dispendiose e che semplificano i nostri calcoli, ma ci portano a commettere errori (bias). Probabilmente i più comuni sono i seguenti:

  1. Saltare direttamente alle conclusioni senza ragionare, ad esempio sulla base di poche informazioni iniziali e senza i dovuti approfondimenti;
  2. Considerare solo una piccola parte di un problema complesso (cecità selettiva).  

In campo finanziario Kahneman ha spiegato precisamente quali sono gli errori che gli investitori, anche professionali, commettono frequentemente nella gestione dei capitali:

  1. quando i mercati “traballano”, fuggono vendendo inspiegabilmente,
  2. mantengono investimenti troppo prudenziali, anche in considerazione a orizzonti temporali lunghi,
  3. Vendono troppo presto i titoli in guadagno oppure tengono a lungo quelli in perdita, perché sono avversi al rischio quando guadagnano e propensi allo stesso quando perdono.

Kahneman ha individuato gli errori ma ha offerto anche soluzioni, come ad esempio:

  1. Darsi delle regole e soprattutto seguirle, indipendentemente dall’andamento temporaneo dei mercati finanziari,
  2. Immaginare scenari futuri anche avversi (perdita massima di portafoglio), così da essere preparati,
  3. Ritardare nel prendere decisioni e non farsi guidare dall’impulsività.

Indirettamente, con ciò viene quindi esaltato il ruolo del bravo consulente finanziario, che certamente offre il necessario aiuto all’investitore che voglia gestire in maniera ragionata e quindi proficuamente i propri capitali.