Valutazione

John Knowles Fitch, economista americano vissuto dal 1880 al 1969, è divenuto celebre per aver fondato nel 1913 una delle principali agenzie di rating al Mondo, Fitch. 
Il rating è un giudizio sulla capacità di una società di pagare i propri debiti, ed è quindi una valutazione sintetica del suo profilo di rischio di credito. Viene assegnato da uno specifico soggetto esterno ed indipendente chiamato appunto agenzia di rating, sulla base di ampie analisi economiche e finanziarie delle società oggetto di valutazione: vengono esaminati i bilanci per ricavarne informazioni preziose su redditività, generazione di flussi di cassa, rapporti fra varie entità (quali ad esempio debito, capitale proprio, utile e patrimonio netto), e così via. 
Fitch condivide la quasi totalità del “mercato” dei rating con altre due big del settore, Moody’s e Standard & Poor’s: il potere delle tre è enorme dato che le loro valutazioni condizionano gli andamenti dei mercati finanziari e spostano ingenti capitali.
Negli anni hanno però commesso alcune “inspiegabili sviste” clamorose: 

  1. nel 2001 Enron, principale società USA del settore energia e fra le maggiori per capitalizzazione, fallì nonostante gli ottimi giudizi sul suo “stato di salute”, fino al giorno precedente il “tragico evento”;
  2. nel 2008 accadde lo stesso per il colosso bancario statunitense Lehman Brother’s;
  3. lo scorso anno Silicon Valley Bank, banca USA di medie dimensioni, godeva di un buon “giudizio” (superiore a quello del nostro Paese) pochi giorni prima del crack.

In questi rari casi, i rating non erano corretti o comunque aggiornati.
Durante le due ultime legislature il debito pubblico degli Stati uniti è aumentato del 30%, da 27 a quasi 35 mila miliardi di dollari, inoltre il rapporto debito-PIL è salito da 102 a 130% in soli dieci anni. Nonostante il Paese rimanga la prima economia mondiale e continui a crescere a ritmi sostenuti (facendo comunque ricorso a deficit pesanti), la sua salute sembra dunque peggiorata. Proprio Fitch ha abbassato il suo rating nel 2023, accodandosi a Standard & Poor’s che aveva già agito in tal senso nel lontano 2011. 

  1. Quali risvolti economico-finanziari potrebbero causare ulteriori riduzioni? 
  2. I listini azionari a stelle e strisce ne sarebbero condizionati? 
  3. E il dollaro pure?

Quanto raccontato oggi testimonia ancora una volta la complessità della finanza e suggerisce caldamente il ricorso all’assistenza di esperti del settore per la gestione ottimale del proprio patrimonio.