Euforia

Anche in questi primi due mesi del 2024 i listini azionari di molti paesi hanno continuato a correre vigorosamente raggiungendo vette mai toccate prima: Messico, Perù, Romania, Ungheria, Olanda ed Egitto, solo per citarne alcuni. 
Se la spinta in Europa è stata generata dagli ottimi bilanci delle banche (con utili alle stelle), quella statunitense è imputabile in particolare a:

  • una crescita economica robusta, ottenuta però con deficit pesanti;
  • l’incremento medio degli utili dei gruppi di casa: a tal riguardo preciso però che mentre le Magnifiche Sette, alle quali ho dedicato la scorsa Curiosità, stanno registrando numeri da capogiro, il resto della Corporate America procede a ritmi meno che ordinari.

La Borsa che si è fatta recentemente notare è stata però quella giapponese, che dopo 35 anni ha superato il livello massimo raggiunto a dicembre 1989. Allora, lo scoppio della bolla speculativa la fece precipitare dell’80% in tredici anni, e il Paese cadde in una lunga crisi economico finanziaria, paragonabile per certi versi a quella americana del 1929. La ripresa iniziò solo grazie alle politiche di stimolo dell’ultimo quindicennio; contestualmente cominciò anche quella della Borsa, il cui sostanzioso recupero è recentissimo: 50% nell’ultimo anno! Le ragioni sono principalmente le seguenti:

  1. una serie di riforme che hanno dato maggiore attrattività agli investimenti alla Borsa di Tokyo;
  2. gli aiuti governativi a favore di multinazionali estere disposte ad investire nel Paese: ad esempio TSMC, gruppo taiwanese primo produttore mondiale di microchip, ha ricevuto fondi per un mega sito produttivo;
  3. la debolezza dello yen, che aiuta considerevolmente le esportazioni;
  4. la persistente ”stanchezza” economica, che si traduce in permanenza di tassi negativi: gli investitori preferiscono dunque le azioni alle obbligazioni prive di rendimento. Sorprendentemente le preferiscono nonostante il Paese sia scivolato in recessione tecnica, a causa di due trimestri consecutivi di calo del PIL.

In conclusione, le Borse corrono, anche se i prezzi delle azioni sembrano essere davvero cari, come testimoniano gli alti livelli raggiunti da taluni indicatori. 
Come è già accaduto in passato, questa euforia può condizionare erroneamente le scelte di investimento dei risparmiatori, ai quali suggerisco prudenza e un confronto con professionisti del settore.