Sette

La locuzione sette sorelle è stata coniata nel 1945 da Enrico Mattei (fondatore di ENI), ad indicare le società che da allora alla crisi petrolifera del ‘73, si spartirono il mercato mondiale del petrolio: cinque erano statunitensi, una britannica e una olandese. Proprio Mattei chiese invano più volte l’ingresso dell’italiana AGIP in quello che si scoprì poi essere un cartello monopolistico fondato su accordi che evitavano la concorrenza sui prezzi dell’oro nero e prevedevano la suddivisione dei territori estrattivi fra le stesse società aderenti.
Nel 2007 il Financial Times creò la nuova espressione “le nuove sette sorelle”, riferendosi ad altrettante aziende dominanti nel medesimo settore, per lo più a controllo statale, provenienti da Arabia, Cina, Venezuela, Brasile, Iran, Malesia e Russia. 
Da qualche tempo la finanza americana ha coniato la locuzione “magnifiche sette”, riferendosi ad altrettante regine, appartenenti però al settore tecnologico: Apple, Microsoft, Tesla, Nvidia, Amazon, Meta e Alphabet (ossia Google). Nel 2023 il loro valore di mercato è aumentato a dismisura, sostenendo pesantemente la crescita del Nasdaq, la Borsa delle società tecnologiche, che ha realizzato un +55% circa, il doppio della media dei listini mondiali. 
Le magnifiche hanno complessivamente raggiunto una capitalizzazione inimmaginabile fino a qualche anno fa, pari ad esempio a:

  • il 50% del Nasdaq;
  • il 30% dell’S&P500; 
  • la somma dei listini più grandi al Mondo escluso gli USA, e quindi UK, Germania, Francia, Giappone e Cina;
  • 17 volte il valore di tutte le società quotate alla Borsa italiana;
  • 3 volte il PIL della Germania.

Mentre Microsoft è recentemente diventata la più grande società al Mondo, Apple mantiene il primato nella classifica globale dei marchi. 
I prezzi delle azioni delle Magnifiche sono davvero “cari” ma i mercati finanziari continuano a scommettere sulla loro crescita perché dotate di business solidi abbinati rilevanti investimenti sul futuro, e quindi sui trend in grado di cambiare le abitudini della popolazione mondiale (ad esempio l’intelligenza artificiale). 
Al risparmiatore tentato ad investirvi ricordo che Nokia, alla quale ho dedicato una recente Curiosità, era la regina della tecnologia mondiale fino a circa quindici anni fa, ma dal 2007 ad oggi il suo valore è crollato del 90%. All’investimento “autogestito” in azioni preferisco sempre quello gestito da operatori professionisti, ossia in fondi d’investimento o simili.