Farmacie vs. Banche

Qualche tempo fa avevo dedicato una mia Curiosità al tema della chiusura degli sportelli bancari, il cui numero è diminuito di oltre 10.000 unità (-25%) negli ultimi dieci anni, nel nostro Paese: oggi se ne contano poco più di 20.000, ma la tendenza è che il calo prosegua. In Italia ci sono mediamente 33 sportelli bancari per 100.000 abitanti mentre nei paesi più tecnologicamente evoluti se ne contano molti meno: in Finlandia sono solamente 5!
Proprio la tecnologia, in particolar modo la crescita costante dell’utilizzo dei servizi di home banking, ha accelerato il processo di chiusura degli sportelli delle banche tradizionali (e ha anche stimolato la nascita di banche virtuali).
Se il numero delle filiali cala, quello delle farmacie invece sale. Incrociando i dati dell’Associazione Bancaria Italiana e di Federfarma, si evince che nel 2024 il numero delle farmacie sarà persino superiore a quello degli sportelli bancari: ciò si è già verificato in alcune aree, come le Isole e il Sud, ma non ancora al Nord, dove le banche supportano le attività imprenditoriali. Il continuo aumento del numero di farmacie è principalmente ascrivibile a tre fattori:

  1. la liberalizzazione sulle nuove aperture,
  2. la digitalizzazione che, in continua crescita anche nel sistema sanitario, ha contribuito a trasferire servizi erogati in passato dalle sole strutture ospedaliere, alle farmacie, appunto, 
  3. l’invecchiamento della popolazione, che necessita sempre più del sostegno sanitario a tutti i livelli. 

In un recente rapporto, l’OCSE ha rilevato che la crescente spesa per la sanità contribuirà vigorosamente al deterioramento del rapporto debito pubblico/PIL del nostro Paese, dal 140% attuale al 180% previsto per il 2040. Tale peggioramento trae origine dalla combinazione della bassa crescita economica (0,6% secondo gli ultimi dati di Banca D’Italia) associata ad un costo crescente dei sistemi previdenziale e, appunto, sanitario.
Ciò può avere un riverbero rilevante anche in ambito finanziario: con un rapporto debito pubblico-PIL in deciso aumento, per noi risparmiatori diventa necessario investire diversificando, ed evitando quindi il rischio di concentrazione.