Benvenuto 2024

All’inizio dello scorso anno, parte degli esperti sui mercati finanziari avevano profetizzato una recessione economica per il 2023, con un conseguente crollo dei mercati azionari. Quanto realmente accaduto è esattamente il contrario, infatti gli stessi sono saliti poderosamente, come testimoniano ad esempio le ottime performance dell’indice mondiale (+22%), degli statunitensi S&P500 e Nasdaq (rispettivamente +24% e +54%) e di quello europeo (+18%). Fra le eccezioni segnalo gli indici azionari cinesi, rappresentati da Hong Kong, autore di un ribasso del 14%.
La regina d’Europa è stata certamente l’Italia, con un eccellente +28% dell’indice FTSE MIB. Fra i maggiori contributori di tale successo evidenzio le banche (+45% l’indice), le cui quotazioni sono salite sulla spinta degli utili davvero cospicui, ottenuti grazie all’esagerata crescita dei tassi di interesse, apportatrice (dopo oltre un decennio) di:

  • interessi attivi sui loro depositi presso la Banca Centrale Europea;
  • un ben maggiore margine di intermediazione (la differenza fra tasso di interesse sui prestiti concessi e quello sui depositi).

Per la stessa ragione però è stato fortemente penalizzato l’immobiliare, unico settore negativo del 2023, con -30%: il crollo delle richieste di mutui si è riverberato sulle compravendite, che sono diminuite.
Anche i mercati obbligazionari sono stati protagonisti di un prodigioso rialzo (mediamente da 4 a 8% gli indici principali), quasi esclusivamente nell’ultimo bimestre.
Ma come sarà il 2024?
Le autorevoli previsioni delle maggiori banche d’affari sono molto più variegate quest’anno, in particolare per la Borsa statunitense: si va dal -10% di JP Morgan al +10% di Bank of America.
Le ragioni di tanta incertezza sono principalmente le seguenti:

  1. i tassi di interesse, previsti in diminuzione;
  2. la leva fiscale: l’economia non cresce sufficientemente ma i debiti hanno raggiunto livelli troppo alti. Ricordo che nel 2023 il PIL USA è salito molto, anche grazie ad un deficit “astronomico” dell’8%, non ripetibile nel 2024;
  3. i rischi geopolitici: il 60% della popolazione adulta mondiale sarà chiamata al voto (due miliardi di cittadini adulti su quattro, di 76 paesi: questo mese inizierà Taiwan, mentre gli USA chiuderanno a novembre).

Nella mia oltre trentennale esperienza ho assistito a molti periodi di incertezza: l’economia mondiale è sempre cresciuta, così come i mercati finanziari. 
Noi risparmiatori dobbiamo continuare ad investire diversificando ottimamente e rispettando il corretto orizzonte temporale.