La nuova tigre

Fra il 1960 e il 1990 Singapore, Hong Kong, Corea del Sud e Taiwan furono protagonisti di una crescita economico-finanziaria davvero notevole. Meglio noti con il nome di “tigri asiatiche”, i quattro divennero leader mondiali in alcuni settori fra i quali il logistico, il tecnologico e il finanziario.   
Negli ultimi anni, nel cuore dello stesso continente, ha iniziato a ruggire una nuova piccola tigre, l’Uzbekistan. Secondo i dati disponibili nel sito del nostro Ministero degli Affari Esteri, il suo PIL, pari a circa 80 miliardi di euro (non molti rispetto ai 1.700 miliardi di euro del nostro Paese), è cresciuto mediamente del 6% all’anno nell’ultima decade, e in piena pandemia nel 2020, differentemente dal resto del mondo, è rimasto addirittura in territorio positivo con un ottimo +2%. 
Ex repubblica sovietica, indipendente da trent’anni, conta di una popolazione di 35 milioni di individui che occupano un territorio grande una volta e mezza il nostro.
Il suo Presidente, in carica dal 2016, è stato l’artefice di specifici progetti, che hanno contribuito alla ragguardevole crescita economica del Paese:

  1. ha liberalizzato il mercato dell’oro bianco, il cotone, avvantaggiando i coltivatori che precedentemente erano costretti a venderlo allo Stato a prezzi fissi, molto bassi;
  2. ha osteggiato/ostacolato il ricorso agli schiavi-bambini per la raccolta dello stesso;
  3. ha abbassato il carico fiscale e la burocrazia per le imprese;
  4. ha liberalizzato il commercio estero;
  5. sta privatizzando molte attività, fino a qualche tempo fa detenute dallo Stato; 
  6. ha abolito la pena di morte e abbassato il controllo sugli organi di informazione, anche se rimane alto il livello di corruzione.

L’Uzbekistan è sicuramente un fiore all’occhiello del continente asiatico, il cui peso economico nel mondo è destinato ad aumentare notevolmente. A confermarlo sono due numeri che ho recuperato da un recente rapporto dell’ISPI, l’unico Istituto italiano che si occupa di analisi geopolitiche e geoeconomiche internazionali:

  • 4,5 miliardi è la popolazione dell’area, più di metà dell’intero pianeta;
  • 40.000 miliardi di dollari è il PIL complessivo, circa il 45% di quello globale.

Anche se nell’ultimo periodo ha sofferto economicamente soprattutto a causa dei problemi del suo leader, la Cina, l’area è destinata a correre ancora in futuro. 
L’offerta di strumenti finanziari a disposizione di noi risparmiatori per partecipare a tale crescita è ricca: per decidere il giusto investimento suggerisco ovviamente un confronto con un consulente finanziario.