Ancora tu

Nokia è una società finlandese fondata nel 1865, che per i primi cento anni si occupò principalmente di produrre cellulosa e scarpe, in particolar modo stivali in gomma. Dal 1960 circa entrò nel settore tecnologico grazie alla fabbricazione di apparecchiature radio. Le sue dimensioni crebbero esponenzialmente quando si dedicò alla produzione di telefoni cellulari, settore del quale divenne leader incontrastato fino al 2011-2012, con una quota del 30% del mercato mondiale. All’incirca nel 2000 è stata fra le più grandi società tecnologiche mondiali: valeva il 4% del PIL finlandese, il 21% dell’export e il 70% della capitalizzazione della Borsa nazionale. Dieci anni fa i suoi manager optarono per un cambio di strategia: Nokia abbandonò quindi la produzione di cellulari, a causa di una sempre più spietata concorrenza di Apple e di alcuni giganti asiatici, e si concentrò sulle infrastrutture di rete, quindi le linee fisse (fibre ottiche) e le reti mobili (5G). Oggi ha perso il ruolo di leader di settore, ma rimane comunque una multinazionale che fattura quasi 25 miliardi di euro e dà lavoro a 86.000 persone (anche se prossimamente diminuiranno a 72.000, per un piano di riduzione dei costi). 
Continua ad essere una società quotata nei mercati finanziari, ma ad un valore decisamente più basso che in passato: infatti mentre oggi l’azione Nokia vale circa 3 euro, ad aprile del 2000 raggiunse i 63. La lunga e vertiginosa discesa del 95% in 23 anni non è stata comune a tutte le aziende del settore tecnologico: basti pensare per esempio a Apple, la cui azione è aumentata nello stesso periodo da circa 1 dollaro USA ai 175 odierni, specchio di una crescita a dir poco sensazionale. La società della “mela morsicata” è la più grande al mondo, con una capitalizzazione di 2.700 miliardi di dollari. All’inizio del nuovo millennio pochi risparmiatori vi avrebbero scommesso anche una piccola parte dei propri capitali (e vent’anni prima non ci avevano creduto neppure i noti manager/imprenditori/investitori Elserino Piol e Carlo De Benedetti, che non avevano accettato la proposta dei due fondatori Jobs e Wozniak di acquistare il 20% del capitale della loro azienda!) I più credettero all’allora gigante finlandese, forte di una posizione consolidata di mercato e di un brand di indiscusso valore, investendo nelle sue azioni, che da lì in avanti iniziarono però la lunga discesa.
La Curiosità odierna testimonia che per la selezione degli investimenti è sempre meglio evitare il fa da te e affidarsi piuttosto ai professionisti, come quelli che operano per i fondi comuni d’investimento e che si occupano appunto della scelta dei titoli da acquistare e vendere.