L’estate sta finendo

L’estate sta finendo e per il settore turistico è tempo di bilanci: come conferma anche Federalberghi, il 2023 si è finora rivelato un anno certamente migliore del 2022.

Preciso però che:

  1. lo scorso anno, condizionato negativamente dalla coda del Covid, non si era concluso brillantemente, ed era dunque doveroso attendersi qualcosa in più;
  2. le mete turistiche più note hanno evidenziato una crescita, mentre “le altre” hanno sofferto;
  3. il contributo rilevante alla salita del PIL del turismo italico è stato dato dagli stranieri, giunti in massa, mentre molti connazionali hanno preferito mete più economiche all’estero.

Il buon andamento del turismo, anche mondiale, in questi otto mesi è testimoniato anche dagli indici di Borsa:

quello italiano di settore è salito del 12%;

la quotazione delle due big Hilton ed Airbnb è salita rispettivamente del 18 e del 50%.

Hilton è una delle catene alberghiere più grandi del mondo: fondata nel 1919 da Conrad Nicholson Hilton, oggi opera con 18 marchi, in 123 paesi, dove gestisce le sue 7.000 proprietà. Ha un valore di mercato di circa 39 miliardi di dollari USA.

Airbnb è “semplicemente” la più grande piattaforma online al mondo che mette in contatto persone in cerca di alloggi per brevi periodi, con proprietari disposti ad affittarli; grande esempio di sharing economy, ha inizialmente permesso ai viaggiatori di muoversi a costi davvero contenuti (certamente più bassi rispetto a molti hotel) e ai proprietari di arrotondare con entrate straordinarie. Poi con il tempo l’offerta si è arricchita, ad esempio con immobili lussuosi, per soddisfare anche le richieste più esigenti.

Airbnb è nata nel 2009, è quotata in Borsa dal 2020, e oggi vale 81 miliardi di dollari USA, quindi due volte Hilton, senza però avere alcuna proprietà.

Seppur molto positiva da inizio 2023, nell’ultimo mese e mezzo la sua quotazione ha accusato un ribasso di circa il 15%, causato da previsioni fosche sull’economia e dall’inflazione ancora elevata, due temi che stanno condizionando anche le scelte di investimento di molti risparmiatori.

Per tale ragione ribadisco quanto sostengo sempre:

  1. nel lungo termine gli investimenti di qualità e ben diversificati sono destinati a crescere;
  2. investire è necessario per proteggere il patrimonio dall’erosione dell’inflazione.

E oggi di opportunità ve ne sono: per esempio, le obbligazioni offrono rendimenti del 4%, inimmaginabili fino allo scorso anno.