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Il mago della Finanza

Negli ultimi dieci giorni il fallimento di Archegos, piccolo fondo d’investimento americano sconosciuto ai più, ha causato perdite miliardarie a grandi banche internazionali, fortunatamente senza creare scossoni sui mercati finanziari.
Innanzitutto preciso che le masse gestite dallo stesso, pari a circa 10 miliardi di dollari americani, sono irrisorie rispetto a quelle gestite dai giganti del settore come Black Rock (6.600 miliardi), o Fidelity (2.700 miliardi) o Allianz (2.200 miliardi).


Le banche maggiormente colpite sono state la svizzera Credit Suisse e la giapponese Nomura: in particolare la prima sembra abbia registrato una perdita di 3,5/4 miliardi di dollari, che ha più che annullato gli utili del primo trimestre 2021 (il bilancio al 31/3 chiuderà infatti in perdita di quasi 1 miliardo di franchi) , e ha costretto alle dimissioni immediate due suoi super manager.
Il fallimento di Archegos è il risultato di operazioni finanziarie altamente rischiose anche perché fatte con una leva di cinque a uno, ossia a fronte di un capitale di 10 MLD ne investiva 50, con l’effetto di moltiplicare in egual misura gli utili ma anche le perdite.
La sua attività rispettava comunque le norme imposte dalla legislazione americana, che consente ai family office come Archegos, minori obblighi di rendicontazione, anche relativamente ad operazioni “altamente speculative” condotte con l’utilizzo di strumenti finanziari derivati.


Ciò che stupisce maggiormente risiede nel fatto che grandi banche si siano fidate del suo fondatore, Bill Hwang, e gli abbiano concesso enormi prestiti: infatti dieci anni fa è stato condannato e sanzionato per frode e insider trading (ossia compravendita di titoli a proprio beneficio, sfruttando informazioni riservate). La fiducia e i prestiti erano cresciuti negli ultimi anni grazie alle fruttuose operazioni ripetutamente messe a segno dallo stesso Hwang: però nelle ultime settimane ha inanellato una serie di “colpi di sfortuna” tali da determinare il crollo del suo fondo, e causare perdite miliardarie anche ad alcune grandi banche.

In conclusione, come ho riferito spesso, i “maghi” della finanza non esistono.