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La grande certezza

Dopo cinque mesi di recupero straordinario, a settembre i mercati finanziari hanno “tirato il fiato”, cedendo all’incirca un 5% (S&P500).
Analisti, economisti, strategist, e guru finanziari hanno istantaneamente cercato i motivi della recente flessione e hanno stilato la lista dei rischi che incombono nei prossimi mesi:

  • il timore di un nuovo blocco in paesi con contagi in forte aumento, con conseguente nuovo arretramento di una già malmessa situazione economica;
  • la Banca Centrale Americana ha temporaneamente smesso di inondare di liquidità i mercati: la massa monetaria in circolazione negli USA a febbraio era di 15.000 miliardi di USD e a inizio settembre era arrivata a 18.500 miliardi. Questi 3.500 miliardi aggiuntivi sono finiti per gran parte sui mercati azionari favorendone quindi il grande recupero;
  • il nuovo piano di stimolo fiscale all’economia americana previsto da Trump, potrebbe essere stoppato dal probabile nuovo presidente, il Democratico Biden. Ciò causerebbe un allungamento dei tempi della ripresa economica, soprattutto se associati a timori di nuovi lockdown;
  • lo stallo riveniente da dubbi e riconteggi sul voto per le elezioni presidenziali in USA potrebbe causare tensioni sui mercati finanziari
  • i rapporti tesi USA-Cina

Però ci sono anche elementi positivi che potrebbero contribuire alla crescita dei mercati finanziari come ad esempio la commercializzazione di un farmaco contro il coronavirus oppure la nuova ripresa economica innescata dai mega stanziamenti disposti dai principali governi e banche centrali del mondo.

In passato vi sono sempre stati episodi negativi (come la grande depressione del 1929, la seconda guerra mondiale, la crisi petrolifera degli anni ’70, la guerra del golfo, fino agli eventi più recenti come il fallimento di Lehman Brothers o la Brexit), e ve ne saranno sempre in futuro.
Ma non dobbiamo assolutamente temere perché l’economia mondiale (e quindi il PIL, la ricchezza, il benessere) e di conseguenza i mercati azionari saliranno ancora molto, come hanno sempre fatto: la foto in alto evidenzia la straordinaria crescita di +2.600% dell’indice S&P500 (le 500 primarie aziende quotate USA) dal 1980 ad oggi!