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Commercio elettronico o fisico?

L’e-commerce (abbreviazione di electronic commerce, dunque commercio elettronico in italiano) identifica il processo di acquisto/vendita di prodotti e/o servizi tramite web (internet o le applicazioni). La sua ascesa ha seguito i passi di internet, e anche se le sue iniziali sperimentazioni risalgono agli anni ’70, la prima vera transazione elettronica è datata 11 agosto 1994, quando un giovane imprenditore statunitense vendette un CD di Sting ad un amico, per circa 12 dollari, pagati con carta di credito.

Da allora l’e-commerce ha percorso molta strada, e la pandemia ne ha notevolmente accelerato la diffusione, arrivando oggi a rappresentare il 20% del commercio mondiale. Le transazioni fisiche pesano quindi per l’80%, ma non sono assolutamente destinate a tramontare, non almeno in tutti i settori: infatti anche nel 2020, l’anno della pandemia, numerose aziende del settore alimentare hanno aperto negozi fisici col loro marchio.

Qualche esempio?

  1. Fratelli Carli Spa è arrivata a 18 punti vendita;
  2. Bauli con Bar Minuto e Illy con Polo del Gusto;
  3. Alce Nero ha aperto il suo primo negozio proprio a marzo di quest’anno;
  4. Latteria Soligo vanta oggi 14 spacci;
  5. Italpizza si avvia ad aprire una rete di punti vendita per far conoscere la pizza surgelata;
  6. Fattorie Garofalo, azienda casearia campana, ha 11 negozi.

Gli obiettivi principali sono l’amplificazione del prestigio del brand e la creazione di un contatto diretto col consumatore finale, al quale offrire una ricca esposizione di prodotti ma soprattutto una vera e propria “customer experience”, dunque suscitare emozioni grazie a degustazioni e/o consulenze dei professionisti.

Invece, i principali nemici da combattere quotidianamente sono:

  1. la riduzione degli assortimenti imposta dagli ipermercati;
  2. la progressiva disaffezione dei consumatori, che si rivolgono sempre più spesso ai piccoli negozi;
  3. l’avanzata dei discount, dove la presenza di prodotti di marca è marginale.

Insomma, una battaglia dura ma dall’esito non scontato, che probabilmente vedrà i due antagonisti convivere per molto tempo ancora. 

Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento” (Charles Darwin, naturalista, 1809-1882)