Pareggio

La storia della rivalità calcistica fra Italia e Germania, relativamente ai campionati mondiali vinti, è ora ferma sul risultato di pareggio: quattro coppe per entrambe. Sembra però che, considerando tutti gli scontri diretti anche di altre competizioni, la nostra Nazionale risulti più vincente.
Così è anche in riferimento alla crescita economica recente: 

  • la Germania è in recessione tecnica, avendo registrato due trimestri consecutivi di ribasso del PIL (il 4° del 2022 e il 1° del 2023), che secondo le ultime stime dell’OCSE, dovrebbe chiudere l’anno in corso con un risicatissimo +0,3%;
  • l’Italia dovrebbe invece, strano a dirsi, trainare l’Area, con una crescita dell’1,2%.

Secondo un recentissimo rapporto di Scope, l’agenzia europea di rating, ciò è genericamente spiegabile soprattutto perché:

  1. la diminuzione del PIL tedesco è stata causata in particolar modo dal calo della spesa governativa (ricordo infatti che il PIL riviene dalla somma di consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni nette);
  2. la crescita italiana è stata invece dettata da consumi privati e da investimenti (edilizia), sostenuti da misure governative ad hoc, ora non più disponibili;
  3. io aggiungo anche che con il PNRR l’Italia è stata assegnataria di 191 miliardi di euro, mentre la Germania solo di 39.


In ogni caso, entrambe le nazioni dovranno affrontare sfide simili nel prossimo futuro: invecchiamento della popolazione, transizione verde e transizione digitale, solo per citarne alcune.
Secondo l’OCSE però il 2024 dovrebbe essere l’anno del sorpasso della Germania, la cui crescita dovrebbe essere doppia rispetto alla nostra.
Relativamente alla solidità economico-finanziaria, invece, i tedeschi rimangono sopra di sei livelli rispetto a noi: il loro rating è infatti AAA, il nostro BBB+, stando sempre a quanto riferisce Scope. Ciò è dovuto principalmente al rapporto debito pubblico/PIL: il teutonico è al 66%, quindi il PIL è superiore al debito pubblico, mentre da noi è al 145%, esattamente all’opposto.  
Infine l’indice di libertà economica, sul quale in passato mi sono soffermato approfonditamente, ci vede perdenti: 14i loro, 69i noi.
Quindi, un risparmiatore che vuole investire in finanza i suoi capitali, per quale paese deve optare? Per quale settore? Con quali strumenti finanziari?
La risposta è una soltanto: è meglio affidarsi ad un consulente finanziario. Infatti, un noto proverbio recita: “A ognuno il suo mestiere“.