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ChatGPT

È di qualche giorno fa la notizia di un legale newyorkese che ha gettato al vento la sua carriera professionale ultra trentennale per essersi fidato totalmente di ChatGPT. Ha difeso un passeggero infortunatosi in un aereo della compagnia Avianca, facendosi aiutare dall’ormai noto software nell’istruire la causa: al processo ha richiamato sentenze precedenti, conclusesi sempre a sfavore delle compagnie aeree. Ma alla richiesta del giudice di presentare il testo integrale degli atti citati, l’avvocato ha interrogato nuovamente ChatGPT, che ha risposto candidamente di essersi inventato tutto, e se ne è pure scusato. L’episodio mi stimola a chiarire alcuni aspetti di ChatGPT.


Chat Generative Pre-trained Transformer, tradotto in italiano in “trasformatore pre-istruito generatore di conversazioni”, è un chatbot, ossia un software progettato per simulare le conversazioni umane: è in grado di interagire con l’uomo rispondendo coerentemente e in modo autonomo a sue domande. Ciò grazie a specifici algoritmi che gli consentono di analizzare la domanda, elaborarla e fornire una risposta “appropriata”. Ed inoltre:
– è in grado di identificare il tono e l’emozione dell’utente, e di adattare la risposta ancora più precisamente; 
– è altresì dotato di un sistema di apprendimento continuo dalle conversazioni con gli utenti, che gli consente quindi di migliorare costantemente la sua capacità di offrire risposte sempre più precise.


È bene puntualizzare però che ChatGPT si basa su un modello linguistico su larga scala (LLM), un modello matematico “di probabilità delle parole”: le assembla in base a informazioni probabilistiche su come si combinano, senza comprenderne però il significato. Le informazioni fornite sono spesso fondate, ma non sempre.

Nonostante ciò, il suo successo è enorme, infatti dal suo rilascio a novembre 2022 è stato autore di un vero e proprio record con i suoi cento milioni di utilizzatori in due mesi (e un milione in cinque giorni), molto meglio di TikTok e Instagram, che avevano raggiunto lo stesso livello rispettivamente in nove e trenta mesi. 
ChatGPT è stato creato da OpenAI, società di San Francisco nata nel 2015, che annovera fra i suoi soci Elon Musk (Tesla), Microsoft e Peter Thiel (PayPal): è dedita alla ricerca e allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generale (AGI), detta anche “forte”, che punta ad emulare con sempre maggior precisione il ragionamento umano; è un’evoluzione di quella debole o stretta, che si limita invece alla sola risoluzione di compiti specifici.
Nonostante le “imperfezioni da sistemare”, ChatGPT testimonia comunque i continui progressi dell’intelligenza artificiale, tema certamente futuribile sul quale suggerisco fortemente di investire, con un orizzonte temporale lungo.

“La macchina può aiutare l’uomo, non sostituirlo”.