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Sleddog

La Northern Lights Dog Sledding è una piccola società basata a Happy Valley-Goose Bay, in Canada. È attiva nel settore turistico, infatti i proprietari Scott e Lori Hudson (anche coniugi) organizzano escursioni molto particolari: accompagnano i visitatori alla scoperta del loro territorio innevato, a bordo di slitte trainate da cani. Negli ultimi tempi sono però seriamente preoccupati dal cambiamento climatico, che sta assottigliando sempre di più lo strato di ghiaccio, e contribuisce ad accorciare dunque la loro stagione lavorativa, minandone addirittura la prosecuzione futura. Una situazione desolante per i due imprenditori, che vedono svanire il sogno di lasciare il testimone ad uno dei figli. Infatti, secondo gli esperti climatologi canadesi, entro il 2050 la temperatura globale è destinata ad aumentare di oltre 7° centigradi, così come saranno sempre più frequenti i temporali violenti e le inondazioni. Ciò danneggerà non solo il settore turistico, che comunque rappresenta una componente fondamentale dell’economia locale, ma anche la cultura, le tradizioni e la vita dei nativi: non solo non potranno più praticare la pesca sotto il ghiaccio, ma non potranno più spostarsi agevolmente da un’isola all’altra correndovi sopra.
Uno studio recente pubblicato dalla nota rivista Nature, conferma che tale preoccupante trend è in corso anche in altre zone fredde del mondo: ad esempio negli ultimi anni in Groenlandia sono state registrate le temperature più calde dell’ultimo millennio, e più precisamente i cinque anni più caldi sono stati rilevati nell’ultimo decennio. Si spiega così il motivo della perdita annua di 250 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Di questo passo, lo scioglimento prolungato potrebbe comportare una crescita del livello dei mari, in grado di arrecare danni in molte parti del pianeta, come ad esempio la città di Venezia, che avrebbe “l’acqua alta permanente”. 
I guai del cambiamento climatico investono anche l’Alaska, che, oltre ad essere lo stato più a nord degli Stati Uniti d’America, è anche quello dove la temperatura cresce maggiormente. Oltre ai problemi accennati precedentemente, ve ne sono altri due che ne stanno azzoppando l’economia:

  1. gli incendi, triplicatisi nell’ultimo ventennio;
  2. due anni di stop alla pesca dei granchi artici, la cui popolazione è crollata del 90% anche a causa del cambiamento climatico.

Quanto raccontato nella Curiosità di oggi, testimonia ancora una volta come sia necessario agire velocemente per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C entro il 2100, come previsto dall’agenda ONU 2030. Gli investimenti di ingenti capitali a tal scopo saranno dunque vitali: IRENA, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, ha recentemente calcolato che serviranno oltre 5.000 miliardi di dollari l’anno, quasi tre volte il PIL del nostro Paese. Se ne deduce che il tema costituirà un’opportunità di investimento davvero redditizia per noi risparmiatori, che, impegnandovi i nostri capitali, contribuiremo così anche a salvare il Nostro Pianeta.