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Oro

In una mia curiosità di circa un mese fa avevo accennato alla maxi perdita di 132 miliardi di euro (o franchi svizzeri, dato che il cambio fra le due divise è quasi in parità), della Banca Nazionale Svizzera, nel 2022. Un’analisi approfondita del catastrofico risultato riferisce che una delle sue poche attività plusvalenti, per 0,4 miliardi di euro, è stata realizzata grazie alla rivalutazione delle riserve auree, che ammontano complessivamente ad oltre mille tonnellate.

Secondo un recente report di World Gold Council, associazione globale rappresentante gli interessi delle aziende di settore (soprattutto tramite la promozione all’uso del prezioso metallo), il 2022 è stato l’anno della “caccia ai lingotti” di alcune Banche Centrali: e in questi primi mesi del 2023 questa corsa è proseguita. Fra le principali protagoniste segnalo la Banca Centrale Turca, quella di Singapore, la Kazaka e la Cinese. In particolare quest’ultima sta cercando di dare equilibrio alle sue riserve totali: infatti l’oro ne rappresenta solamente il 3% (quando invece per il nostro Paese è pari al 60%).

Nel complesso l’anno passato è stato positivo per il metallo giallo, il cui prezzo è salito di circa il 5%, nonostante le sue notevoli oscillazioni: con l’inizio della guerra Russia-Ucraina è aumentato, poi è crollato fino ad ottobre, e di nuovo aumentato.

Come già riferito in una mia Curiosità di qualche anno fa, ribadisco che solitamente l’oro è correlato inversamente con il dollaro USA: quindi il suo prezzo sale quando la valuta americana scende e viceversa. Altrettanto solitamente, ciò accade anche con gli altri asset quotati in dollari (come il petrolio).

Ha sempre avuto altresì una correlazione inversa con i tassi reali americani, ossia i tassi nominali al netto dell’inflazione, ma negli ultimi tempi la regola sembra saltata, probabilmente a causa della guerra e della minore liquidità disponibile a livello globale.

Il metallo giallo rappresenta comunque da sempre un’ottima protezione per il proprio patrimonio. Oggi, taluni strumenti finanziari gestiti, come i fondi d’investimento, prevedono proprio la possibilità di acquistarlo a scopo difensivo. In alternativa sono disponibili strumenti specifici che investono in aziende del settore (estrazione, lavorazione e commercializzazione), o direttamente nella materia prima. Per la valutazione suggerisco sempre di farsi assistere da un professionista.