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Tempo di bilanci

“L’anno nero di Borse e bond” è il titolo dell’articolo di apertura (dunque il principale, in prima pagina) col quale Il Sole 24 Ore si è presentato in edicola l’ultimo giorno del 2022: un titolo sicuramente emblematico, che anticipa quanto dettagliato nell’approfondimento delle pagine seguenti. La quasi totalità delle classi d’investimento ha accusato una flessione nel 2022, a cominciare dagli azionari, come testimoniano l’indice principale della Borsa italiana, che ha ceduto il 14% (ma lo Star, rappresentativo delle aziende a bassa capitalizzazione, ha registrato il -29%), Francoforte -13%, Parigi -10%, Zurigo -17%, New York -20% (S&P500) e -33% (Nasdaq), l’indice mondiale MSCI World -18% circa. Ovviamente chiude la classifica Mosca con un -44%.
Tali performance negative, imputabili principalmente al conflitto Russia-Ucraina, alle tensioni geopolitiche mondiali e alla recessione in corso, possono essere ritenute “normali” per i mercati azionari: spesse volte in passato sono arrivati a cedere ben di più in periodi critici, come testimoniano ad esempio il crollo dell’S&P500 di quasi il 60% in occasione del fallimento di Lehman Brothers nel 2008, quello del nostro FTSE Mib di circa il 45% durante la crisi dei debiti sovrani fra il 2011 e il 2012, e del 40% in meno di un mese con il Covid nel 2020.
Ciò che stupisce è la debacle “epocale” dei mercati obbligazionari, che non ha risparmiato nessuno dei suoi “sottosettori” principali, come il governativo, il corporate, l’alto rendimento e i mercati emergenti. Il nostro BTP decennale è arrivato a cedere il 24%, quindi, il risparmiatore che ipoteticamente ad inizio anno vi avesse investito per un valore di 100, a fine anno si sarebbe ritrovato con un valore crollato a 76. Una simile situazione non si vedeva da oltre trent’anni per gli obbligazionari in generale, e da oltre 70 per il bund tedesco!
Il 2022 è stato un anno pessimo anche per:
il settore immobiliare acquistato tramite investimenti finanziari: il suo indice, rappresentativo delle società del settore quotate in Borsa, segna infatti un -30% circa;
il mercato delle valute digitali, la cui capitalizzazione complessiva è crollata di quasi il 70%, anche a seguito dei numerosi fallimenti (culminati con FTX, una sorta di mercato di scambio di criptovalute, che ha causato perdite stimate per 32 miliardi di dollari). 
Fra le rarissime classi di investimento che hanno performato positivamente, cito il settore energia e le divise dollaro USA e franco Svizzero, rivalutatesi sull’euro.

Rinvio alla prossima Curiosità le “previsioni degli esperti” per il 2023, ricordando però ancora una volta che l’orizzonte temporale di qualsiasi investimento è il lungo periodo.

Auguro davvero un buon anno a tutti. 
(nella foto: “Paesaggio primaverile con arcobaleno”, Millet, 1814-1875)