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Effetto palla di neve

Con la mia ultima Curiosità avevo raccontato del crollo del cripto-mondo, il cui valore è sceso di circa il 70% da inizio anno, e sembra possa scendere ulteriormente soprattutto a causa del contagio di FTX: la nota piattaforma per le compravendite di monete virtuali è fallita una settimana fa, generando perdite per circa 32 miliardi di dollari, a oltre un milione di clienti. Immediatamente altre società del settore hanno iniziato a tentennare: qualche giorno fa Genesis Global Capital, specializzata in prestiti in criptovalute, ha sospeso i prelievi, mentre Gemini Earn ha informato i propri clienti che i prelievi potrebbero subire ritardi. Ieri invece è stata la volta di BlockFi, fallita perché non più in grado di restituire i capitali ai propri clienti. La società, considerata una delle più note piattaforme dove depositare criptovalute per ottenere interessi, ha quindi alzato bandiera bianca, lasciando “col cerino in mano” centomila creditori, fra i quali spiccano una trust company con oltre 700 milioni di dollari, la stessa FTX con 275, e addirittura la SEC (l’istituto di vigilanza dei mercati finanziari in USA, equivalente alla nostra Consob) con 30.

Quanto occorso a FTX sembra quindi aver causato nel criptomondo, un effetto domino o palla di neve: la piccola pallina che cade dal pendio, accumula sempre più neve lungo il suo percorso, arrivando a valle con dimensioni tali da causare possibili enormi danni.

E’ una situazione già accaduta spesso in passato: emblematico è stato sicuramente l’episodio noto con il nome di “Panico del 1907”, accaduto negli Stati Uniti d’America. Nella metà di ottobre di quell’anno, a seguito di una manovra altamente speculativa “di Borsa” condotta congiuntamente da alcuni grandi investitori, i mercati azionari americani precipitarono vertiginosamente per alcuni giorni: i correntisti delle banche, impauriti per l’aggravarsi della situazione, assaltarono gli sportelli bancari per prelevare i propri risparmi, minando così la stabilità del sistema finanziario americano così come quella dell’intero Paese. Il dramma fu evitato dal grande banchiere John Pierpont Morgan che, d’accordo con altri suoi omologhi, e con il benestare dell’allora Presidente degli USA Roosvelt, concesse la liquidità necessaria per il salvataggio, sotto forma di prestiti. L’episodio pose le basi per la nascita della FED, la banca centrale americana, nel 1913: uno dei suoi compiti principali è ancora oggi quello di garantire stabilità finanziaria ed economica.

Dagli inizi del 1900 al oggi, si sono succedute numerose altre crisi, tutte accomunate da un identico epilogo: la loro risoluzione con esito positivo. Così sarà anche negli anni a venire. 

Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta.” (Khalil Gibran, poeta libanese vissuto dal 1883 al 1931).