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Green Apple

A fronte del crollo del 31% dell’indice Nasdaq (composto per lo più dalle società tecnologiche quotate in USA) nei primi mesi del 2022, Apple, la sua società più rappresentativa, ha registrato una flessione del prezzo delle sue azioni di “solo” il 15%.
Il ribasso che quest’anno ha coinvolto non solo la quasi totalità delle aziende quotate, ma anche delle classi di investimento (azionario, obbligazionario governativo, corporate, ad alto rendimento, …), dunque non ha risparmiato neppure la big tech di Cupertino, che ha comunque mantenuto il primato mondiale di azienda “di maggior valore”: oggi ha una capitalizzazione di 2.450 miliardi di dollari, un anno fa aveva quasi raggiunto i 3.000. Tale superiorità è dovuta certamente agli straordinari dati di bilancio (la trimestrale diffusa qualche giorno fa, ha evidenziato dati in crescita, seppur non in linea con le stime), conseguenza di prodotti e servizi altrettanto straordinarii. Fra i suoi prodotti più diffusi al mondo spicca ovviamente l’IPhone, del quale se ne contano quasi un miliardo. Un altro suo fiore all’occhiello, seppur meno conosciuto, è Daisy, un robot all’avanguardia nel settore riciclo, creato per il recupero di quanto più materiale possibile dagli IPhone “esausti”. Di Daisy, finora Apple ne ha solamente due: uno ad Austin in Texas, l’altro a Breda in Olanda.

In diciotto secondi, grazie a pinze e presse, il robot riesce a smontare un telefonino, recuperando decine di pezzi e materiali, quali ad esempio microchip, vetro, rame e acciaio, che saranno riutilizzati per nuove produzioni. Insieme, le due Daisy riescono a “lavorare” circa 2,5 milioni di dispositivi all’anno, selezionati fra una quindicina di modelli: dall’IPhone 5 del 2012, al 12 del 2020. Lo sforzo profuso da Apple in tale ambito è notevole, per almeno due ragioni:

1. punta ad una sempre maggiore indipendenza per le materie prime: finora ha ottenuto la certificazione per l’oro riciclato, così come il cobalto e le terre rare, reimpiegati nella produzione dei nuovi dispositivi;

2. vuole raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, come dichiarato nel suo piano d’azione decennale presentato a luglio 2020: qui sono riepilogate tutte le strategie che saranno adottate per raggiungere l’ambizioso traguardo.

Se nel 2021 Apple ha destinato al riciclo 38.000 tonnellate di rifiuti elettronici, negli anni a venire si impegnerà quindi per “fare di più”, così come altre grandi multinazionali. Da ciò si deduce che il tema “riciclo”, o meglio ancora il ben più ampio settore “ecologia/ambiente” al quale appartiene, è destinato ad avere un futuro “obbligato” di grande espansione, e rappresenta quindi una grande opportunità per i risparmiatori che vorranno coglierla, investendovi parte dei propri capitali. Di sicuro l’offerta di strumenti dedicati non manca: in virtù dei 36 accordi distributivi sottoscritti da Allianz Bank con altrettanti big della finanza mondiali, io ad esempio posso suggerire oltre venti soluzioni d’investimento specifiche.