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Ci risiamo!

Recentemente la provincia di Treviso è stata l’epicentro di una nuova truffa, che sembra aver coinvolto circa seimila investitori di Nord Italia, Lazio e Canton Ticino in Svizzera. La stima del danno complessivo, causato dalla società New Financial Technology, varia da quaranta a cento milioni di euro: l’intervallo è ampio poiché la quantificazione precisa si basa su un lavoro di ricostruzione molto approfondito che necessiterà di tanto tempo.
Due dei tre fondatori della NFT vivono nella Marca gioiosa: per la verità è più corretto “vivevano”, dato che hanno preferito abbandonare l’Italia, lasciando qui il terzo socio, un avvocato romano, a “rispondere alle richieste” dei risparmiatori che avevano loro affidato i capitali. 
La loro società, ufficialmente specializzata in arbitraggi su criptovalute, con sedi a Londra, Stoccolma e Dubai, pare non si occupasse proprio di monete virtuali, ma fosse in realtà un “classico” schema Ponzi, del quale ho ampiamente trattato in una mia Curiosità due anni fa, e del quale accennerò di seguito.

Secondo quanto riportato anche sul sito della Consob, è un sistema truffaldino elaborato nei primi del 1900 da Charles Ponzi (italiano emigrato in USA e considerato fra i più grandi truffatori di sempre), nel quale chi entra per primo ottiene ritorni economici a spese dei successivi “investitori”.  Si sostanzia in una specie di “catena di Sant’Antonio”, nella quale vengono promessi interessi molto elevati, pagati agli “investitori” mediante il denaro apportato dai nuovi soggetti che hanno aderito successivamente allo schema. Il circuito si blocca quando il nuovo denaro che entra non riesce a coprire quello in uscita, ossia gli interessi promessi.

I clienti che investivano il denaro con la New Financial Technology erano allettati dal capitale garantito e proprio dal rendimento mensile del 10% (e quindi oltre 120% annuo!), e non consideravano minimamente le abnormi anomalie, fra le quali:

  1. il rendimento proposto è semplicemente assurdo, e non assolutamente in linea col contesto attuale; 
  2. l’arbitraggio è un’attività che origina margini ridottissimi, non certo pari a quelli proposti (oltre 120% annuo);
  3. a mio parere oggi è contraddittorio associare i termini investimento e garanzia;
  4. i contratti sottoscritti erano privi di prospetto informativo, obbligatorio in Italia per gli investimenti finanziari;
  5. la NFT non aveva l’autorizzazione della Consob per esercitare l’attività di raccolta di capitali da investire.


Concludo semplicemente citando ancora una volta l’economista Milton Friedman, premio Nobel nel 1976: “Non esistono pasti gratis”.