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L’alba

Con la mia curiosità del 14 ottobre 2021, intitolata “stagflazione”, analizzavo brevemente un fenomeno che pochissimi economisti e operatori della finanza avevano previsto si sarebbe potuto verificare nel prossimo futuro, e che invece sembra ormai alle porte. La stagflazione è il periodo economico caratterizzato contemporaneamente da inflazione e stagnazione economica.

La prima è letteralmente esplosa raggiungendo valori che non si registravano da circa quarant’anni (almeno nei paesi più sviluppati), pari a 7-8% annuo: la crescita esorbitante dei prezzi delle materie prime, dalle energetiche alle agricole, è attribuibile ai grossi problemi nella catena di approvvigionamento, acuitisi con la guerra Russia-Ucraina.
La seconda sembra ormai in arrivo, tanto che sempre più esperti sono convinti che l’aumento dei costi produttivi dell’ultimo anno, si riverbererà negativamente sul mondo produttivo, quindi le aziende, le quali potrebbero investire meno, assumere meso, produrre meno, …, con la conseguenza che i consumi, già ora in affanno, si contrarrebbero.
Questa delicata fase sta mettendo alla prova tutti i paesi, in particolare quelli economicamente già deboli e potenzialmente fallibili, la cui lista si è allungata: lo Sri Lanka, in default da circa un mese e senza il governo, destituito dal popolo allo stremo, il Pakistan, l’Egitto e la Tunisia, solo per citarne alcuni. Dunque siamo in attesa di un “uragano economico” citando il numero uno del big della finanza mondiale JP Morgan, o “dell’apocalisse” secondo il capo della Banca Centrale Inglese.

Non tutti la pensano però allo stesso modo, poiché vi sono altri economisti ed esperti del settore, che vedono il bicchiere mezzo pieno, facendo notare che:

oggi il mercato del lavoro è più forte, infatti la disoccupazione è ai minimi in molti paesi;
– in Europa e USA c’è una propensione maggiore agli interventi statali a sostegno, si pensi ad esempio ai green deal o al PNRR;
– le banche hanno bilanci più soldi;
– i tassi di default sono molto bassi.

I mercati finanziari stanno già prezzando questa stressante situazione: da inizio anno gli indici azionari, caratterizzati da un’elevata volatilità (con crescite giornaliere del 3% che si alternano a crolli di pari entità), sono in diminuzione di circa il 20%, quelli obbligazionari stanno vivendo ribassi mai visti o visti rarissimamente in passato (da agosto 2021 -20% il BTP a 10 anni, -32% quello a 20 anni), Bitcoin & Co. (le altre criptovalute) hanno subito crolli dal 50 al 70%, è così via.

La grande e unica certezza che abbiamo noi investitori è la temporaneità delle crisi: ne è testimone la storia, e ne sono testimone anch’io per le circa dieci scoppiate negli ultimi 30 anni, che ho vissuto da operatore bancario e consulente finanziario. Sarà così anche stavolta. Concludo citando ancora una volta Paulo Coelho, scrittore brasiliano vivente: “L’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole”.