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Un domani migliore

Secondo l’ultimo report (diffuso lo scorso febbraio) di IPCC, organismo dell’Onu nato nel 1988 per lo studio del clima, i rischi ambientali presenti nell’intero globo sono ben 127. I circa 250 scienziati coinvolti, hanno constatato che rispetto al precedente studio, risalente al 2014, la situazione si è aggravata enormemente. 

La temperatura globale e il livello del mare sono cresciuti a velocità che non hanno eguali rispettivamente negli ultimi 2000 e 3000 anni fa.

Proprio questo deterioramento, negli ultimi anni ha spinto le Istituzioni mondiali a sottoscrivere abominevoli piani di investimenti per la lotta al cambiamento climatico. Fondamentali sono i settori della ricerca e dello sviluppo, dai quali nascono continuamente nuove idee per soluzioni e progetti ad impatto zero. Ne sono esempio le quattro “situazioni” citate di seguito.

  1. La multinazionale finlandese Wartsila (ma anche la britannica Rolls-Royce) sta progettando motori per navi alimentati ad idrogeno. Dato però che l’idrogeno ha problemi di stoccaggio, necessita infatti di grandi volumi che verrebbero sottratti a merci e passeggeri, e di una temperatura bassissima (circa -250°C), contestualmente è allo studio un motore funzionante con ammoniaca, che li risolve entrambi. Dall’azienda sostengono sarà disponibile a breve.
  2. Eni si è recentemente alleata con Holcim, multinazionale svizzero-francese produttrice di materiale edile, per trovare un sistema per smaltire l’anidride carbonica, fissandola in modo stabile e permanente nel nuovo cemento green.
  3. Ancora Eni ha elaborato un progetto assieme a Snam, per catturare l’anidride carbonica dai fumi industriali e seppellirla in giacimenti vuoti, dai quali era stato estratto il metano. Con i secoli, grazie al processo naturale di “carbonatazione” potrebbe poi trasformarsi in roccia calcarea.
  4. RiceHouse è una startup biellese costituita sei anni fa da due coniugi, architetta lei e geologo lui, che si occupa di edilizia sostenibile: le case progettate vengono costruite con gli scarti di lavorazione del riso, e sono totalmente naturali. Del chicco vengono recuperati la lolla, la pula, l’amido e l’acqua di cottura. È utile sapere anche che l’edificazione di una casa di dimensioni normali necessita di due tonnellate di scarti e che in Italia gli scarti annuali complessivi sono pari a due milioni di tonnellate. Il successo è in crescita poiché molti costruttori si stanno avvicinando con molto interesse a tale novità.

Aggiungo anche che la scorsa settimana il Parlamento Europeo ha votato a favore del discutibile stop alla vendita di auto a benzina, diesel e GPL a partire dal 2035: per l’approvazione finale sarà però necessario attendere il benestare del Consiglio e della Commissione Europea, a ottobre prossimo.

Concludo ribadendo ancora una volta l’importante ruolo di noi risparmiatori: l’investimento in strumenti finanziari sul cambiamento climatico contribuisce sicuramente al “bene” del nostro patrimonio, che potrà solo crescere, ma anche al bene nostro, delle generazioni future e della nostra Terra.