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Elettronico vs fisico

In Italia, negli ultimi anni, il commercio elettronico è cresciuto molto, tanto che nel 2021 ha registrato un +33%, con un volume di fatturato totale pari a 64 miliardi di euro. 

Lo scontrino medio dei siti di e-commerce italiani è di 135 euro, con ovvie differenze fra i vari settori: più basso per l’editoria (39 euro), più alto per l’arredamento (214 euro).

Quest’anno una crescita robusta è prevista per il turismo, grazie ad un allentamento delle misure restrittive per il Covid e ad una diminuzione dei contagi, anche se qualche intoppo potrebbe arrivare da inflazione e problemi geopolitici.

Il commercio elettronico è dunque in piena espansione in Italia come nel resto del mondo, ma da noi gli investimenti nel settore sono insufficienti. Finora, solo una società nostrana ha riscosso un enorme successo, arrivando a diventare addirittura leader mondiale nell’e-commerce dell’alta moda: Yoox, fondata nel 2000 dal ravennate Federico Marchetti. Nel 2009 ha debuttato alla Borsa di Milano, con un valore di 217 milioni di euro, e nel 2018 è stata acquistata dal gruppo svizzero del lusso Richemont, per oltre 2,5 miliardi di euro. 

Il commercio digitale italiano è quindi in mano a operatori stranieri, fra i quali spicca ovviamente Amazon, che nel 2020 ha registrato un fatturato di oltre 7 miliardi di euro, di gran lunga superiore ai 4,5 miliardi del 2019. Nello stesso anno ha inoltre investito qui circa tre miliardi di euro in centri di distribuzione (se ne contano circa cinquanta).

Qualche mese fa il colosso americano si è anche lanciato in una nuova avventura: l’apertura del suo primo negozio fisico di abbigliamento, entro il 2022, a Los Angeles in California. In Amazon Style i clienti troveranno capi da 10 a 400 dollari, sperimenteranno l’accesso biometrico e camerini high tech molto grandi, dove proveranno i capi ordinati mediante l’apposita applicazione con lo smartphone, serviti dal personale.

Nonostante ciò, il suo business principale rimarrà il commercio digitale, trend di sicuro successo per il futuro. 

Sebbene Amazon goda di una leadership mondiale consolidata, la sua azione quotata al Nasdaq ha registrato una flessione di quasi il 40% da inizio anno, seguendo così il movimento ribassista genericamente in atto da qualche mese su tutti i mercati finanziari.

La storia è ricca di eventi simili, ossia di ribassi temporanei, superati brillantemente nel lungo periodo.

Proprio per tal motivo, concludo citando ancora una volta il Prof. Ruggero Bertelli: “I mercati finanziari oscillano, tentennano, traballano, mentre salgono nel tempo“.