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Solare o carbone?

Prendo spunto da un recente pezzo tratto da Il Sole 24 Ore, secondo il quale il Fondo Monetario Internazionale stima che nel 2022 l’India sarà il primo paese emergente per crescita economica, con un +8,20%, ben superiore al 4,4% della Cina e al 3,6% del Mondo.

Aggiungo anche che, secondo le stime di diversi centri studi specializzati in demografia, nei prossimi anni l’India diventerà anche il paese più popoloso del globo.

Per contro è alle prese con una grave crisi energetica, la peggiore degli ultimi sei anni, acuitasi anche con l’anomala ondata di caldo precoce, abbattutasi su buona parte del paese: infatti l’utilizzo dei condizionatori, sempre più diffusi fra le fasce di popolazione più agiate (in costante crescita), ha spinto esageratamente verso l’alto i consumi elettrici.

Le autorità governative hanno purtroppo deciso di ricorrere maggiormente al carbone per produrre energia elettrica, infatti saranno riaperte oltre cento miniere, e le centrali elettriche a carbone saranno obbligate a lavorare a pieno regime.

Ovviamente l’impatto ambientale non sarà indolore: infatti ciò contrasta con gli impegni degli accordi sul clima (definiti in particolare in occasione delle conferenze di Parigi 2015 e Glasgow 2021), che prevedono anche la progressiva decarbonizzazione, per arrivare a zero emissioni nette nel 2050 (2060 per la Cina e 2070 per l’India).

La Finlandia, situata dall’altro capo del mondo, a circa 6-7.000 chilometri di distanza, punta invece alla neutralità climatica entro il 2035. Dipendente da petrolio e gas per lo più russi, rispettivamente per il 21 e il 6%, da tempo sta spingendo al massimo per raggiungere la piena autonomia energetica “sostenibile”: le fonti sono le rinnovabili (biomasse, eolico, solare e rifiuti) e, per il 32%, il nucleare (recentemente considerato sostenibile, a certe condizioni, anche dalla Commissione Europea).

Sono fermamente convinto che tutto il mondo dovrà accodarsi alla Finlandia e seguirne la strada. Anche noi risparmiatori “responsabili” dovremo fare la nostra parte, investendo nel tema “ecologia/ambiente”: oggi tale opportunità è davvero interessante, dato che da inizio anno il settore è in calo del 20% circa (mentre il petrolio è in aumento del 40% e il carbone di oltre il 100%). Nel lungo termine incasseremo sicuramente grandi soddisfazioni.