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Debiti in salita

Secondo un recente report di Janus Henderson, fra i big mondiali della gestione dei risparmi, il debito pubblico dell’intero globo salirà alla cifra record di 71.600 miliardi di dollari entro la fine del 2022, dai 65.400 miliardi di fine 2021.

Tre sono i paesi che traineranno tale notevole crescita del 10% circa: Stati Uniti, Giappone e Cina.

E tre sono le cause principali: il Covid 19, l’inflazione e la guerra.

Invece secondo l’ultimo bollettino sui debiti globali dell’Istituto Internazionale di Finanza (l’unica associazione mondiale delle Istituzioni Finanziarie, che conta 450 aderenti di 70 paesi) alla fine dello scorso anno il debito globale, quindi pubblico e privato assieme, ha superato i 300.000 miliardi di dollari.

Le note rilevanti sono principalmente due:

  1. il rafforzamento del dollaro, alimentato anche dalle prospettive dei preventivati rialzi dei tassi in USA, è causa di un incremento notevole dell’indebitamento dei paesi emergenti, che normalmente è appunto denominato in dollari USA;
  2. il rallentamento del PIL: il debito non costituisce un problema se l’economia corre tanto da ripagarlo, ma lo diventa quando l’economia arranca o non cresce sufficientemente.

Relativamente al tema “debito” l’Europa è l’area mondiale che più soffre in questo momento, principalmente per due motivi: 

  1. non essendo indipendente in campo energetico, è costretta ad importare gas e petrolio, il cui costo è salito enormemente nell’ultimo anno, anche a causa della guerra in Ucraina;
  2. deve investire immediatamente nella Difesa, settore volutamente “dimenticato” grazie ad un prolungato periodo senza conflitti. 

Fra i Paesi dell’Area, l’Italia non è certo uno dei migliori: 

  1. a febbraio il debito pubblico è salito a 2.736 miliardi di euro;
  2. la maggior spesa del prossimo triennio per gli interessi sul debito pubblico è stata stimata in circa 30,4 miliardi di euro. Ciò a causa dei recenti rialzi dei tassi di interesse.

Per molti paesi europei (non solo quindi per il nostro), il probabile deterioramento del rapporto debito/PIL potrebbe conseguentemente portare a possibili declassamenti.

Anche in questo scenario non particolarmente entusiasmante, il mio suggerimento è INVESTIRE DIVERSIFICANDO.