Trending topics – 2^ parte

Un altro trending topic che soprattutto nelle ultime due settimane tiene tutto il mondo col fiato sospeso, professionisti della finanza e investitori compresi, è certamente il conflitto Russia-Ucraina.

Nelle poche righe che seguono mi limito solamente a delineare le possibili conseguenze in ambito economico-finanziario, prendendo spunto dalle molte analisi diramate da alcuni big della gestione dei patrimoni, e non entro nel merito del dramma umano che stanno vivendo le popolazioni coinvolte, assolutamente inaccettabile in particolare oggi: un conflitto non è mai giustificabile per nessuna ragione, quindi spero che termini al più presto. 

Gli scenari che possono prospettarsi sono diversi ma, già da questi primi giorni di conflitto, ci si può attendere:

  1. ovviamente una volatilità molto alta, quindi escursioni di prezzi molto forti anche nella stessa giornata;
  2. una flessione dei mercati finanziari, ulteriore rispetto a quella già registrata da inizio anno fino al giorno precedente l’invazione russa: ricordo infatti che la performance dell’indice globale azionario MSCI World era di -7%;
  3. una flessione dei mercati obbligazionari, quindi dei prezzi delle obbligazioni, eccetto per i titoli di stato USA, normalmente acquistati a piene mani dagli investitori mondiali, perché considerati un porto sicuro;
  4. un rafforzamento del dollaro USA, dello yen giapponese e del franco svizzero, da sempre monete-rifugio;
  5. una grande batosta, già in buona parte verificatasi, per gli strumenti finanziari russi (azioni, obbligazioni, rublo, …);
  6. la salita ulteriore dei prezzi di petrolio e gas, che contribuirebbe a mantenere l’inflazione su livelli molto alti e ad innescare un probabile periodo stagflazionistico (stagnazione economica + inflazione);


I conflitti susseguitisi nel corso della storia hanno originato situazioni finanziarie (ed economiche) sempre diverse, anche perché diverso è stato il contesto. Prendendo a riferimento uno dei principali indici azionari al mondo, l’americano Dow Jones, constatiamo ad esempio che:

  1. nei primi sei mesi della Prima Guerra Mondiale diminuì del 25%, per chiudere al termine della stessa con un complessivo +25%;
  2. invece in occasione della Seconda Guerra Mondiale, a sei mesi dal suo avvio, guadagnava 8% e chiudeva con un +25% totale alla fine della stessa; 
  3. con la guerra Iraq-Iran, dal 1980 al 1988 realizzò addirittura il +266% (nei primi sei mesi +4,90%). 

Detto ciò ribadisco ancora una volta quanto la storia insegna: durante i periodi di tensione è necessario rimanere investiti e, piuttosto, sfruttare le possibili opportunità. Giusto a titolo di esempio, il rendimento complessivo dell’indice S&P500 dal 1990 al 2021 (11.315 giorni totali) è stato del 2.684% (con reinvestimento dei dividendi); sottraendo dal medesimo periodo, quindi da 11.315 giorni totali, solo i 30 giorni migliori, il rendimento è stato del 451%, dunque inferiore di oltre 2.200%!

In foto l’evocativa vetrina della Libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa, spesso citata fra le più belle librerie al mondo, anche dal Financial Times a fine 2021.