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I vantaggi dell’IA

La scorsa settimana avevo evidenziato la crescita esponenziale dei valori del settore enologico negli anni: terreni, ma anche vini, in taluni casi diventati veri e propri beni da collezione. Ne sono un esempio le sei bottiglie di grande formato del 1985 della francese Romanée Conti, battute all’asta per 830.000 euro circa, a dicembre 2020.

A tale successo ha certamente contribuito anche l’ingente liquidità presente sul mercato economico-finanziario da un po’ di tempo, della quale hanno beneficiato molti settori, compresa l’arte. Nel 2021 l’artista Mike Winkelmann (meglio conosciuto come “Beeple”) ha venduto da Christie’s la sua “opera digitale” “Everydays: The First 5000 Days” per quasi 70 milioni di dollari USA (un collage di cinquemila opere giornaliere eseguite dal 1° maggio 2007). Sempre lo scorso anno un dipinto di Botticelli è stato venduto da Sotheby’s per 92 milioni di euro, guadagnandosi il titolo di secondo quadro rinascimentale più costoso di tutti i tempi: in testa alla classifica rimane sempre il Salvador Mundi di Leonardo, venduto nel 2017 per 450 milioni di euro. Su quest’ultimo, come su molte opere dei “vecchi maestri” , talvolta emergono dubbi sull’autenticità: l’opera di Leonardo era stata compravenduta nel 2005 per soli 10.000 euro e solo dopo qualche anno, anche grazie ad un importante restauro, è stata autenticata. Nel 1980 la National Gallery di Londra pagò 2,5 milioni di sterline (all’epoca una delle più costose opere vendute) per un dipinto di Rubens, rivelatosi falso proprio recentemente, grazie anche al prezioso aiuto dell’intelligenza artificiale. Il ricorso ai calcolatori, adeguatamente “istruiti” mediante gli algoritmi, consente di stabilire la paternità di un opera con una probabilità elevatissima (oltre il 90%), analizzando ad esempio il tipo di pennellata, i contorni del tratto, lo stile e la pressione del pennello di tutte le opere di uno stesso autore.

Questo è solo uno dei tantissimi campi di applicazione dell’intelligenza artificiale, che attrarrà ingenti capitali negli anni a venire, e sul quale anche noi risparmiatori possiamo investire, ad esempio acquistando fondi comuni d’investimento. Allianz, quinto gestore mondiale di patrimoni, è stata la prima a proporne uno dedicato: Allianz Artificial Intelligence è nato nel 2017, ha un patrimonio di 6,5 miliardi di euro, e ha realizzato un rendimento medio annuo di oltre il 20% negli ultimi tre anni, nonostante la flessione del 20% di questo gennaio. E’ soggetto a oscillazioni rilevanti ma nel lungo periodo è destinato sicuramente a regalare grandi risultati.

Concludo ancora una volta citando Ruggero Bertelli, prof. di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Siena: “I mercati finanziari oscillano, tentennano, traballano, mentre salgono nel tempo”.