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Il caffè

Il caffè è la seconda bevanda più consumata al mondo dopo il tè, mentre nel nostro paese è la prima, tanto che il 95% circa dei nostri concittadini dai 18 ai 65 anni lo beve almeno saltuariamente.

Le leggende sulla sua origine sono molteplici ma la più accreditata la fa risalire al 1300 circa, in Etiopia. Un pastore dell’altopiano di Koffa constatò che le sue capre, dopo essersi abbuffate di bacche selvatiche, rimasero sveglie e pimpanti tutta la notte: si confrontò quindi con un monaco, che ne ricavò un decotto, l’antesignano del nostro caffè, chiamato in seguito khawa, ossia vino (in arabo) o eccitante (in turco).

La bevanda si espanse rapidamente in tutta la vicina penisola arabica, tanto che la città yemenita di Mokka divenne il suo principale centro di commercio, ma solo nel 1600 arrivò in Europa. Qui, cento anni più tardi, nacquero le prime caffetterie, luoghi di cultura dedicati al consumo del caffè: la prima in Italia fu il Caffé Florian a Venezia, nel 1720. Con gli anni crebbero la sua diffusione e decisamente la qualità. Dal 2015, il primo ottobre di ogni anno si celebra la giornata internazionale del caffè.

Negli ultimi tempi è stato paragonato ai microchip: raro e costoso. Il suo prezzo è raddoppiato da inizio anno principalmente per le seguenti ragioni:

  1. il Brasile, primo produttore mondiale di caffè, ha registrato un calo produttivo del 25% circa a seguito di problemi climatici (siccità e gelate);
  2. in Colombia, secondo produttore mondiale di arabica (la varietà più pregiata), la riduzione del raccolto è stata del 20%;
  3. in Etiopia è riesplosa la guerra civile;
  4. il costo dei noli marittimi, quindi del trasporto, è salito a dismisura;
  5. il covid ha determinato una carenza di lavoratori anche in questo settore.

Il vertiginoso rialzo del caffè, che sta impattando negativamente sul prezzo della “tazzina” al bar, ha interessato tutte le materie prime agricole e non, tant’è che gli esperti sono divisi fra sostenitori di inflazione “passeggera” e sostenitori di inflazione “permanente”. Ovviamente le due situazioni condizionerebbero diversamente l’andamento prossimo dei mercati finanziari, che in questo momento sono molto sensibili anche alle prossime mosse delle principali banche centrali mondiali, alle tensioni Usa-Cina e alla situazione contagi.

A fronte delle tante temporanee incertezze, noi investitori dobbiamo focalizzarci sull’unica certezza: l’orizzonte temporale lungo.


A tal proposito concludo citando ancora una volta il Prof. Ruggero Bertelli, docente di economia all’Università di Siena e autore di pubblicazioni e libri: “I mercati tentennano, oscillano, traballano, mentre salgono”.