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Investire sempre!

Ho iniziato la mia carriera bancaria il 16 gennaio 1992, lo stesso anno in cui l’Italia è uscita dal Sistema Monetario Europeo, e durante il Governo Amato (Goria era Ministro delle Finanze) è stato imposto il prelievo forzoso dello 0,60% sulla liquidità dei conti correnti.
In quasi trent’anni di esperienza in ambito finanziario ho assistito al susseguirsi di sempre nuove “situazioni” economico-finanziarie.


Le grosse crisi, che hanno determinato i grandi crolli TEMPORANEI dei mercati finanziari, sono partite da ambiti diversi: nel 1997 quella asiatica, nel 1998 quella russa con la caduta del rublo, nel 2000 la bolla di Internet, nel 2008 il fallimento di Lehman Brothers, nel 2011 la crisi dei debiti pubblici dei paesi del Sud Europa, nel 2018 l’inspiegabile discesa dei mercati finanziari (nessun motivo determinante nel peggior anno per gli investimenti dal 1901 ad oggi), e nel 2020 il Covid-19.


Anche oggi stiamo vivendo una situazione nuova, diversa dal passato: la ridotta offerta di materie prime rispetto alla ben più consistente domanda, sta causando momentanee difficoltà di approvvigionamento delle stesse agli operatori economici (le aziende) e ne ha incrementato notevolmente i prezzi. L’inflazione europea e americana sono esplose al 6-7%. Si tratta di una situazione già vista più volte in passato ma ciò che la rende unica o nuova è il livello dei tassi, ancora rasoterra: in passato infatti a tassi di inflazione del 10% corrispondevano tassi di interesse di pari entità, che contribuivano quindi a salvaguardare i risparmi dall’inflazione stessa. Oggi il rendimento annuo del Bund tedesco a 10 anni è del -0,40%, e quello del BTP italiano di medesima scadenza è del +0,80%. Quindi i tassi reali, rivenienti dalla differenza fra i nominali (tassi di interesse) e l’inflazione, sono molto negativi: ad esempio in Europa, per il 2021, si stimano pari a -5%. E’ pur vero che moltissimi esperti stimano un indice dei prezzi ben più basso già dal prossimo anno, grazie ad un progressivo ricongiungimento di domanda e offerta di beni e/o servizi.


Ipotizzando però che i tassi reali rimangano negativi ad un livello medio del -3% per i prossimi dieci anni, un capitale di 1.000.000 di euro non investito (o investito a tassi raso terra), nel 2031 avrebbe un valore reale di circa 750.000 euro.
Dunque per preservare i propri risparmi e difenderli dall’erosione in termini reali, è necessario investire SEMPRE, rispettando alcuni principi fondamentali come la qualità, la diversificazione e l’orizzonte temporale. Proprio quest’ultimo elemento mi ricorda una celebre frase di Warren Buffett, finanziere, fra gli uomini più ricchi del pianeta: “Il nostro periodo di investimento ideale è per sempre”.