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Stella cadente

Su suggerimento di una lettrice della mia Curiosità settimanale, prendo spunto da un articolo di La Repubblica di qualche giorno fa per raccontare di Cathie Wood, “L’investitrice che cavalca i listini USA in nome di Dio“, considerata fra i migliori selezionatori di titoli nel 2020.

Nata nel 1955 a Los Angeles, dopo la laurea con lode in scienza delle finanze, è approdata in Capital Group, una grossa società di gestione del risparmio, che oggi amministra patrimoni per quasi 500 miliardi di dollari.

Dopo un trentennio di esperienze accumulate presso diverse società e con incarichi sempre più prestigiosi (da analista a capo economista, e anche amministratore delegato), nel 2012 sostiene di aver udito la voce dello Spirito Santo che la spingeva a cambiare vita, abbandonare il lavoro e ad investire tutti i suoi beni nel “metodo divino”. Ha quindi fondato Ark Innovation (ispirandosi forse all’Arca di Noè o all’Arca dell’Alleanza), un fondo d’investimento specializzato sui titoli tecnologici. Più precisamente è un ETF (quindi un fondo quotato che si compravende come un titolo azionario) a gestione attiva (il gestore decide autonomamente gli investimenti, non si limitandosi a “copiare” un indice). Nel 2020 il suo fondo è diventato il più grande ETF attivo del mondo, grazie agli 85 miliardi di dollari di patrimoni gestiti.

Cathie Wood lo gestisce con un approccio altamente aggressivo, scommettendo su investimenti a rischio molto elevato. Nel 2020 i suoi investitori sono stati però ben ripagati dal rendimento strabiliante del 152%: un risultato fenomenale se lo si confronta con il +15% circa dell’indice S&P500 e con il 45% circa del Nasdaq.

La grande novità portata dalla “nuova stella” di Wall Street consiste però nel diffondere anticipatamente la sua strategia e la sua visione dei mercati finanziari, con una newsletter quotidiana: i moltissimi risparmiatori che la leggono imitano l’operatività della Wood, anche senza affidarle in gestione il proprio patrimonio e compravendendo autonomamente i titoli. 

Alcuni grandi big della finanza come Black Rock e Goldman Sachs hanno seguito l’esempio costituendo i primi fondi trasparenti, che giornalmente rendono note le proprie intenzioni.

Negli ultimi tempi però, la stella sembra aver perso lucentezza: da inizio anno Ark Innovation è in perdita di oltre il 5% (mentre i mercati finanziari stanno navigando a gonfie vele, con rendimenti a due cifre), e qualche mese fa è stato temporaneamente in perdita del 35%.

La curiosa vicenda insegna che per la gestione del proprio patrimonio è necessario affidarsi a grandi società di gestione del risparmio, internazionalmente riconosciute e con una lunga storia di successi.