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La banca più antica

Lo scorso agosto ho trascorso due settimane di vacanza fra le colline senesi assieme alla mia famiglia: un territorio straordinario, ricco soprattutto di storia e cultura, che ha dato i natali al Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica al mondo tuttora attiva.  Di seguito ne ripercorro le principali tappe:   

la sua nascita risale al 1472, quando le Magistrature della Repubblica di Siena costituirono il Monte Pio (tale era il nome originario), con lo scopo di sostenere la fascia di popolazione economicamente più in difficoltà.  

Nel 1624 cambiò nome in Monte dei Paschi, venne approvata una riforma statutaria che consentiva di allargare notevolmente l’attività creditizia, e iniziò un processo di espansione territoriale che la portò a divenire uno degli Istituti Bancari più grandi e solidi dell’allora neocostituito Regno d’Italia (correva l’anno 1861).  

Nel 1936 venne dichiarata Istituto Bancario di Diritto Pubblico, e lo Stato ne mantenne il controllo fino agli anni ’90, quando fu trasformata in Società per Azioni.  

Nel 1999 fece il suo ingresso in Borsa.  

Nel 2007 sorsero i primi problemi: a metà anno il Banco Santader aveva acquistato da ABN Amro la padovana Banca Antonveneta per 6.6 miliardi di euro, e dopo qualche mese la rivendette all’Istituto Senese per 9 miliardi (ben 2,4 miliardi in più). Per chiudere l’operazione MPS fu costretta a finanziarsi per 6 miliardi.   

Poco dopo, con l’arrivo della crisi mondiale delle banche, per il Monte iniziò il tragico declino, costellato di continui aumenti di capitale e di aiuti di Stato.   

Finora il conto è stato salatissimo: circa 30 miliardi, parte dei quali rappresentano i risparmi di molti investitori che vi hanno creduto, arrivando anche a perdere la totalità dell’investito. Infatti, dai massimi del 2007 a oggi il prezzo dell’azione è crollato del 99,9%.  

La storia della Banca più antica del mondo è ormai giunta all’epilogo: Unicredit ha manifestato interesse ed è in trattativa avanzata per una probabile acquisizione.  Quasi certamente terminerà anche la breve storia della Fondazione MPS: nata nel 1995, principale azionista della banca col 70% del capitale sociale, ha erogato complessivamente oltre 1,5 miliardi di euro per sostenere soprattutto il territorio senese (attività e società sportive, calcio e basket in primis, eventi culturali, patrimonio artistico), che già da qualche anno non può più contarci.  Dal 2007 a oggi non è crollato solo il prezzo delle azioni MPS, ma anche quello di numerose altre banche tradizionali: ad esempio l’azione di Unicredit, possibile acquirente della banca toscana, è precipitato del 95% circa.   Nel medesimo periodo l’indice globale azionario è invece più che raddoppiato, a testimonianza che la DIVERSIFICAZIONE paga sempre.