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Azzurro

Venti giorni fa circa, mio figlio Giulio, di nove anni, mi ha chiesto per quale motivo l’Italia giochi con la maglia azzurra e non invece tricolore.

Non sapendo la risposta, e mossi entrambi dalla curiosità di soddisfare questo nostro desiderio di conoscenza, ci siamo documentati assieme facendo una ricerca in internet: l’azzurro deriva dallo stemma nobiliare di casa Savoia, e più precisamente era il colore del drappo che veniva posto trasversalmente sullo scudo nobiliare. Il Blue Savoia o Azzurro Savoia è stato il colore rappresentativo della dinastia fin dal 1360, tanto che la Vergine Maria, alla quale i nobili sabaudi erano devoti, veniva rappresentata sempre con un mantello di tale colore.

La prima volta la divisa azzurra venne indossata dalla nostra nazionale di calcio nel 1911 in occasione di una partita contro l’Ungheria.

Non paghi, ci siamo spinti oltre, cercando di capire anche l’origine dei colori della nostra bandiera. Nel 1797 il Parlamento della Repubblica Cispadana decretò che il tricolore diventasse bandiera ufficiale dei territori liberati: al rosso e al bianco, i colori dell’antico stemma del comune di Milano, venne aggiunto il verde, tipico delle uniformi della guardia civica milanese. Le tre fasce di uguale dimensione traggono invece spunto dal “modello” francese.

Infine, ci siamo documentati sull’Inno di Mameli: detto anche “Canto degli Italiani”, fu scritto dal giovane poeta Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, entrambi genovesi e patrioti, nel 1847. Dalla costituzione del Regno d’Italia gli fu preferita la Marcia Reale di Casa Savoia, e solo dalla proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946 fu assurto a inno nazionale. L’ufficialità è però arrivata solo nel 2017, con la legge 181.

Grazie al progresso abbiamo soddisfatto le nostre curiosità in pochi minuti: trenta o quarant’anni fa, quand’ero studente, per le mie ricerche ricorrevo invece alle Enciclopedie “fisiche”, recandomi anche a casa di amici e soprattutto alla Biblioteca Comunale.

Anche questo semplice aneddoto testimonia la crescita straordinaria (seppur non sempre lineare) del progresso, destinata a continuare ancora in futuro, così come quella dell’economia e dei mercati finanziari. 

Concludo la mia Curiosità con l’Inno di Mameli, eseguito da 108 musicisti dell’Accademia Chigiana, “rigorosamente da casa” (ognuno nella propria!), lo scorso anno in occasione della Festa delle Repubblica: una emozionante esecuzione corale e orchestrale che mi ha girato uno dei protagonisti, a me caro.